A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Qualche anno fa gli atti amministrativi degli Enti Locali erano tutti a firma del sindaco, del presidente della provincia o degli assessori, a seconda delle deleghe. Ciò esponeva coloro che avevano avuto la fiducia dell'elettorato ad una responsabilità diretta nei riguardi degli atti prodotti dalla amministrazione e li costringeva ad un controllo diretto prima della firma che li esponeva a responsabilità sia politiche che penali nel caso fossero accertate delle responsabilità.
Il segretario comunale o il segretario provinciale dipendevano dalla Prefettura e rappresentavano la “Longa manus” del Governo della Repubblica, attraverso i quali si garantiva la regolarità degli atti.
Questo sistema fu instaurato in Italia a partire dallo stato unitario del 1861 e così è stato fino alla fine del 1900, quando i partiti decisero di innovare allo scopo di rimuovere gli ostacoli dello stato cosiddetto accentratore di stampo monarco-fascista, per sottrarsi appunto al controllo dei funzionari dello stato.
Così arrivò una legge che cambiò in modo radicale il rapporto elettore-eletto. Fu istituita la categoria dei manager pubblici, dirigenti nominati direttamente dagli amministratori, alle loro dirette dipendenze con stipendio e contratto di lavoro simile a quello dei manager privati, che rispondono solo a loro. Tale contratto prevede che la responsabilità degli atti amministrativi prodotti dal settore di competenza assegnatogli sia del dirigente che ha sottoscritto gli atti con la conseguenza che può essere revocato in qualsiasi momento per cattiva gestione del settore. E ciò a prescindere dalla eventuale responsabilità penale che resta sempre a carico del dirigente infedele, se tale è stato.
Una tale legge ha trasformato profondamente il funzionamento degli enti locali, ma prima di tutto ha inciso sulle condizioni economiche degli ex segretari comunali che hanno visto elevati i loro compensi a quelli dei manager delle industrie private. Roba da centinaia di migliaia di euro l'anno, mentre prima erano retribuiti come impiegati dello stato.
Nei primi anni della riforma tutto ha funzionato perché i manager erano gli stessi che prima dipendevano dallo stato attraverso la Prefettura ed erano abituati alla vecchia scuola del controllo.
Man mano però le cose sono cambiate. I manager hanno capito subito che per poter ambire ad un lavoro così ben retribuito bisognava accostarsi ai partiti, specie a quelli che eleggevano il maggior numero di sindaci che avevano la facoltà di stipulare contratti così vantaggiosi, e i partiti hanno capito che bisognava precostituirsi un parco di dirigenti fedelissimi ai quali attribuire funzioni di delega così delicate.
In altre parole si è operata una spartizione tra responsabilità politica e responsabilità amministrativa che nella realtà sono profondamente connesse perché la seconda discende dalla prima.
Nessun atto amministrativo può nascere se non è permesso da scelte politiche che lo consentono.
Così ogni partito ha creato intorno a se un gruppo di giovani fedelissimi pronti per essere nominati, ad operare in loro sostituzione e sui quali effettuare lo scaricabarile.
Proprio in questi giorni abbiamo avuto riscontro di quanto sopra affermato. Infatti nel caso della richiesta del permesso a costruire un impianto di conglomerati bituminosi in loc. Madonna del Passo a Vazia, il sindaco di Rieti si è proclamato estraneo affermando che il permesso era un atto dovuto, atteso che il dirigente del settore lo aveva sottoscritto e ritenuto regolare. La stessa cosa è avvenuta con il permesso a costruire l'impianto di serre inquisito dalla Procura della Repubblica di Rieti perché invece sembra destinato ad attività industriale. In questo caso si è dichiarato che dalle carte prodotte ad opera del richiedente tutto sembrava in regola.
Insomma gli amministratori si sono dichiarati fuori. Se ci fossero delle responsabilità queste saranno dei dirigenti che hanno firmato i permessi.
Non è chi non veda come, se è stato possibile che i dirigenti del comune abbiano potuto rilasciar quei permessi a costruire, ciò è dovuto al fatto che è mancata in comune e nel nucleo industriale della ASI la volontà di predisporre gli strumenti che non consentissero il rilascio di tale permesso nocivo per la salute dei cittadini. E il presidente dell'ASI non se la può cavare dicendo che bisognava pensarci prima. E' compito del consiglio di amministrazione dell'ASI localizzare o no un impianto del genere e nel momento della localizzazione si deve valutare anche se ciò che si va a localizzare reca danno alla cittadinanza.
Non è chi non veda che è anche frutto di mancata volontà politica il consentire nella piana reatina, uno dei pochi siti agricoli degni di questo nome in tutta la provincia di Rieti, la realizzazione di impianti industriali del fotovoltaico, quando esistono molte altre opportunità economiche perchè la stessa rimanga agricola e in armonia con il resto del territorio.
Questa responsabilità spetta ai politici eletti dal popolo per amministrare, non ai dirigenti nominati dal sindaco sui quali operare lo scaricabarile.
Un tempo non lontano la carica di sindaco e quella di assessore erano onorifiche ed era previsto solo il rimborso spese. Poi arrivarono i gettoni, poi piano piano dei veri e propri compensi. Oggi anche loro sono retribuiti come dei manager.
Quindi manager più manager che fanno lo scaricabarile davanti al quale il cittadino che li paga ha sempre meno difesa e, se vuole farlo, deve pagare avvocati in grado di districarsi in questo marasma di leggi che, più che garantire la cittadinanza, sembra orientato a garantire chi governa sopprimendo ogni giorno di più qualsiasi controllo.
Ma la cosa più grave è che il popolo sta a guardare e sopporta stoicamente solo perché si accontenta di piccoli favori e promesse individuali. Si muove soltanto quando accadono fatti che toccano il portafoglio di ognuno, come nel caso dell'impianto del bitume a Vazia. Molti hanno aperto gli occhi perché hanno capito che quando sarà realizzato l'impianto le loro case avranno la metà del valore che hanno oggi. A molti di loro in fin dei conti della salute importa poco.
Questo è quanto, il resto alla comprensione dei lettori >>.