Dopo aver abrogato il Programma Straordinario Regionale di Investimenti, nuovi tagli bloccano lo sviluppo culturale del Comune di Fara in Sabina. Il progetto del GAC - Grande Attrattore Culturale, finanziato dalla Regione Lazio per una cifra pari a 2 milioni e 500mila euro non sarà attuato. La Giunta regionale, con la deliberazione dello scorso 19 gennaio, ha proceduto alla revoca della D.G.R. n°149/2009 con la quale la Giunta MARRAZZO aveva approvato, solo due anni fa, gli interventi per la valorizzazione e la promozione dei GAC per una somma totale pari ad 35.000.000,00 euro (fondi della Comunità Europea). Di questi, circa 2 milioni e 500mila erano destinati all’Ente comunale farense che nella graduatoria di selezione per il conferimento dei finanziamenti aveva ottenuto il punteggio massimo e si era classificato in prima posizione (su 32 amministrazioni partecipanti), insieme al Comune di Tivoli. Il progetto di sviluppo culturale “La cultura della Terra” proposto dall’Amministrazione di Fara in Sabina comprendeva il completamento del Museo Archeologico (1.160.000,00 euro), la valorizzazione del sito archeologico di Cures (800.000,00 euro) e il completamento del Museo del Silenzio, l’Erboristeria e il Giardino dei semplici (592.000,00 euro). L’obiettivo del progetto era quello di creare nuove identità culturali a partire dal rafforzamento dei poli di attrazione culturale, determinando convenienze ed investimenti che potessero altresì generare impatti significativi sulle attività economiche. Promuovere la cultura favorendo l’occupazione.
<< l progetto concretizzava un’idea di sviluppo del territorio che ha come punto di partenza la valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed economico del nostro Comune - ha dichiarato Daniela SIMONETTI, Consigliera di maggioranza e coordinatrice del progetto - questo non era solo un progetto per Fara, ma doveva rappresentare la porta culturale di tutta la Provincia reatina, un attrattore culturale, turistico ed economico per tutto il territorio. La nostra idea di sviluppo, fin dall’inizio del mandato, si basava su due assi fondamentali, il distretto di filiera e il distretto culturale che si sarebbero distinti per qualità e opportunità. Ovviamente la Regione ha creato un danno enorme al territorio. Il nostro progetto era stato riconosciuto come il migliore insieme a Tivoli, e oramai eravamo in una fase avanzata di progettazione avendo già affidato incarichi a professionisti e firmato un protocollo d’intesa con la sovrintendenza >>. << La cancellazione del Grande Attrattore Culturale è stata una doccia fredda per Fara in Sabina - ha proseguito l’Assessore comunale alla Cultura, Claudio GIOVANNINI - specialmente pensando all’importanza culturale che ricopre il Museo Civico di Fara in Sabina, in seguito alla ristrutturazione di Piazza Duomo si sarebbe completato uno dei più bei luoghi Culturali della Bassa Sabina >>. << Sospettiamo che non siano gli ultimi tagli - ha concluso il Sindaco, Vincenzo MAZZEO (nella foto) - sicuramente ce ne saranno degli altri. È assurdo che in questo momento di grande trasformazione vengano bloccati dei progetti così importanti per lo sviluppo economico e occupazionale del territorio. Eravamo già in fase di cantierabilità, in questo modo viene meno un’azione che andava a completare quell’idea di Sabina costruita negli ultimi vent’anni attorno alla quale si era creata un’identità. A questo punto non mi rimane che constatare che quel “pacco” offerto ai cittadini dal centro destra e presente sui manifesti non era altro che un pacco bomba >>.