Scena del fatto, accaduto nel febbraio dello scorso anno, una frazione del Comune di Pescorocchiano. Due donne (P. Anna Maria e C. Anna), dopo essersi liberate dai lacci e dalle corde con la quali erano state legate, chiamarono i Carabinieri. C. Anna presentava una vasta e profonda ferita da taglio alla mano sinistra. A dire delle due, un giovane rumeno, che nei giorni precedenti avevano assunto per gestire un canile da loro diretto a Campolano, le aveva aggredite e, sotto la minaccia di un coltello, le aveva legate e imbavagliate su delle sedie. C. Anna aveva tentato di difendersi e nella colluttazione il rumeno l’aveva ferita procurandole una profonda lesione alla mano che le aveva reciso anche i tendini. Successivamente il rumeno aveva messo a soqquadro la casa rubando soldi, gioielli, un televisore al plasma, un PC, una macchina fotografica digitale e 4 telefoni cellulari. Dopodiché, impossessatosi della loro autovettura Opel Corsa, si era dato alla fuga. Il sopralluogo effettuato dai Carabinieri della sezione scientifica del Reparto Operativo non lasciava dubbi circa la dinamica dell’evento delittuoso. Scattava immediatamente una caccia all’uomo, resa difficoltosa dall’impossibilità di risalire alle generalità del rumeno. Di lui non esisteva alcuna registrazione anagrafica. Alle donne si era presentato solo con il nome di Gigi. Non c’era una sua impronta digitale, né alcuna fotografia.
I Carabinieri del Reparto Operativo non si sono persi d’animo e per prima cosa hanno messo sotto controllo i telefoni cellulari che il rumeno aveva rubato. Ma l’operazione si è rivelata inutile, in quanto lo stesso li aveva disattivati. L’indagine si è spostata allora in Sicilia, dove c’era un amica delle due donne che, nei giorni precedenti, era stata loro ospite a Pescorocchiano. Nell’occasione, la donna aveva scattato alcune foto-ricordo. In una di queste foto veniva ripreso il giovane rumeno. Finalmente l’indagato aveva un volto. Il passo successivo è stato quello di prendere le generalità di tutti i rumeni che nelle settimane successive al delitto si erano allontanati dell’Italia, sia in aereo che con il pulman. Centinaia di nomi. I Carabinieri del Reparto Operativo si sono allora portati all’Ambasciata della Romania a Roma e si sono fatti mandare dai vari comuni rumeni tutte le carte di identità dei nominativi rilevati. Un lavoro lungo e paziente che alla fine ha dato i suoi frutti. L’aggressore è stato identificato: Stoica GIGEL dell'87. Tutta l’indagine è stata supervisionata dalla Dott.ssa DE SANTIS, che ha subito attivato la procedura per l’emissione di un mandato di arresto europeo (il primo emesso dal Tribunale di Rieti). L’Interpol si è messo sulle tracce del fuggiasco e, finalmente, ieri la cattura in Portogallo. E’ già stata attivata la richiesta di estradizione e la traduzione dell’indagato alla Casa circondariale di Santa Scolstica.