A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Cicchetti è stato nominato Assessore alla P.I. e alla Cultura della Regione Lazio. Per la Sabina sarebbe stato meglio che la Polverini gli avesse affidato il settore della economia e dei trasporti, ma la cultura può andare bene lo stesso anche perché la cultura ha portato fortuna a Cicchetti quando, appena nominato sindaco di Rieti, affidò l’assessorato alla cultura a Gianfranco Formichetti che non era un uomo di destra, anzi aveva sempre dato chiari segni di pendere a sinistra. In quella occasione, Cicchetti diede operò una chiara inversione di tendenza, che io registrai senza indugio in uno dei miei editoriali di quel tempo su Mondo Sabino.
Fu solo un segno e certamente Formichetti non fece pentire il suo mentore. Per il resto invece le giunte di Cicchetti marciarono nella più assoluta fedeltà alla tradizione del sottogoverno e dell’affarismo. Ma si sa, bisogna sempre fare i conti con quelli che si frequentano e che ti sostengono, e Cicchetti ben presto si adattò. Per la Sabina l’assessorato alla cultura e alla P.I. può essere giovevole perché siamo una zona depressa dal punto di vista economico, siamo rimasti a "checcho e nina", come dice un detto popolare molto efficace. Io non credo che ci possa essere sviluppo economico e sociale senza che prima si sviluppi una crescita culturale collettiva.
A Rieti siamo rimasti alla cultura della scuola media superiore, appena integrata da pochi anni dalla presenza di una università minore che sforna laureati che per trovare lavoro debbono emigrare altrove.
L’era del lavoro presso le grandi aziende è terminata ormai da molti anni. Gli industriali, se così ancora si possono chiamare, hanno imparato che possono fare utili senza impegnarsi molto e a spese dello Stato e dei lavoratori. Il Governo nazionale lascia fare perché è dalla loro parte.
Non c’è alcuna speranza che a Rieti possano arrivare nuovi insediamenti come quelli che arrivarono negli anni ’60 e ’70 quando al Nucleo industriale lavoravano circa 6.000 addetti. Occorre che si sviluppi "in loco" una classe imprenditoriale capace di inserirsi nel mondo economico con piccole e medie imprese che sappiano occupare gli spazi lasciati liberi dal buco verificatosi dopo la Cassa per il Mezzogiorno.
Ma non ci può essere impresa senza cultura d’impresa e non ci può essere cultura d’impresa senza cultura generale.
Il primo gradino è pertanto la pubblica istruzione e quindi la scuola. Allora l’assessore alla P.I. della Regione Lazio può fare molto, anzi ... deve fare molto se vuole dare risposta alle speranze dei tantissimi che lo hanno votato. Ma che cosa può fare?
Fatto un esame delle risorse e degli strumenti a disposizione io, se fossi al suo posto, preparerei, servendomi dei cervelli migliori, e non solo di mici di partito o di clienti che aspettano la mercede, un piano di interventi in tutti i campi nei quali la Regione può intervenire con una rigida scala di priorità commisurata alla prevista durata della Giunta regionale e finalizzata ad un elevamento del livello culturale della nostra comunità civile con particolare attenzione al mondo della economia.
Per fare questo occorre fermezza di volontà e idee chiare nella scelta degli uomini che dovranno collaborare con l’assessorato.
Se invece Cicchetti si circonderà di galoppini elettorali di nessun valore o amici degli amici che debbono essere gratificati con stipendi e prebende, allora ancora una volta non succederà niente, anzi peggioreremo. Ma io oso sperare che Cicchetti questa volta ripeta l’exploit che lo portò alla scelta di Formichetti come assessore alla cultura del comune di Rieti.
La sinistra, almeno fino ad oggi, non è mai stata capace di capire tutto questo! >>.