Riceviamo e pubblichiamo integralmente il testo di una interrogazione parlamentare della Deputata Rita BERNARDINI (PD), indirizzata al Ministro della Giustizia:
<< Il 29 maggio 2011 l'interrogante ha visitato il carcere Vazia Rieti, accompagnata dalle militanti e dirigenti radicali Irene TESTA, Valeria CENTORAME e Paola DI FOLCO; il carcere di Rieti, è un carcere nuovo, aperto nel 2009 che (considerato il sovraffollamento delle carceri laziali) è inspiegabilmente utilizzato solo per un terzo della sua capacità ricettiva; delle 11 sezioni a disposizione, infatti, solo 3 ospitano detenuti; tutte le altre sono chiuse per mancanza di personale della polizia penitenziaria; pertanto, a fronte dei 450 posti disponibili solo 142 detenuti sono ospitati nella struttura; il 50% circa dei detenuti sono stranieri; 80 sono tossicodipendenti e di questi 52 sono in terapia metadonica che i detenuti assumono tramite una strumentazione «autodosante»; almeno trenta persone sono sottoposte a cure con benzodiazepine; le celle, concepite per ospitare uno o, al massimo, due detenuti, sono attualmente occupate da quattro reclusi, sistemati in letti a castello; in cella i detenuti trascorrono la maggior parte della giornata considerato che solo 26 di loro hanno la possibilità di svolgere attività lavorative; d'altra parte (sempre a causa della carenza di personale) non sempre è possibile fruire delle attività che strutturalmente sono possibili nel penitenziario: palestra, teatro sociale, biblioteca, campo sportivo, cineforum, corsi di informatica ed alfabetizzazione;
il carcere di Rieti è dotato di infrastrutture prescritte dall'ordinamento penitenziario (come l'area verde per i colloqui all'aperto con i minori) che però non sono utilizzate per la citata carenza di agenti di polizia penitenziaria; l'istituto non è ancora dotato della pianta organica della polizia penitenziaria; gli agenti sono drammaticamente e sicuramente insufficienti, costretti a turni massacranti anche di 12 ore consecutive; per molti detenuti, soprattutto stranieri, avere rapporti con i familiari è pressoché impossibile data la mancanza di infrastrutture e collegamenti autostradali e ferroviari verso la città di Rieti; quanto all'assistenza sanitaria, l'istituto è nella fase di organizzazione con la ASL di riferimento e, comunque, al momento, è privo della guardia medica durante la notte e per due ore dalle 12 alle 14; il reparto medico infermieristico, è dotato di un'apparecchiatura radiologica acquistata di recente, ma che non può essere utilizzata perché «inidonea» all'uso in carcere; riguardo all'assistenza psicologica, uno psicologo del SERT si reca in istituto una volta a settimana; uno psicologo dell'amministrazione penitenziaria (ex articolo 80) è previsto per sole 8 ore mensili, mentre per i nuovi giunti, lo psicologo addetto, arriva entro 48 ore dall'ingresso in istituto del detenuto: se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa; quali iniziative intenda mettere in atto per riportare la popolazione detenuta nel carcere di Rieti nel limite dei posti regolamentari disponibili e consentire la piena applicazione dell'ordinamento penitenziario in merito alla regionalizzazione della pena; in che tempi saranno aperte le altre 8 sezioni attualmente chiuse; se non ritenga finalmente di dover autorizzare, senza ulteriori ritardi e rinvii, la pianta organica del personale di polizia penitenziaria da assegnare all'istituto, colmando le lacune esistenti che creano un enorme stress fisico e psicologico dei pochi agenti in servizio costretti a turni massacranti; in che tempi intenda intervenire per assicurare le attività trattamentali, in primo luogo il lavoro, che consentano ai detenuti di intraprendere un percorso riabilitativo; in che tempi verrà assicurata ai detenuti un'adeguata assistenza psicologica; se risulti quanto sia costata al contribuente l'apparecchiatura inutilizzata per gli esami radiologici e come si intenda ovviare alle costose traduzioni per gli esami radiologici esterni >>.