Pubblichiamo integralmente una nota di Bruno PESCETELLI, Segretario generale provinciale della CISL di Rieti:
<< Le dimissioni della Governatrice del Lazio POLVERINI, se rappresentano l’auspicata svolta dopo la vergognosa pagina degli sperperi di pubblico denaro venuti alla luce, tuttavia non possono essere sufficienti. A preoccuparci è il panorama di riferimento e le macerie morali che queste dimissioni lasciano. La CISL del Lazio, già nel giugno del 2011 con il suo Segretario Franco SIMEONI e poi, anche recentemente, con il Segretario attuale Tommaso AUSILI, ha più volte denunciato gli sprechi di denaro pubblico della Regione Lazio (costo consiglieri, numero elevato e ingiustificato di commissioni, gruppi consiliari con un solo membro, vitalizi, ecc.), dedicando grande attenzione al sistema delle società regionali, (consigliamo di leggere il libro presentato da SIMEONI, quasi un anno fa, sulla ricerca commissionata dalla CISL del Lazio al Prof. Marcello DEGNI, attuale Assessore al Bilancio del Comune di Rieti), a fronte di una politica di tagli, specie sul versante sanità e trasporti, indiscriminata e senza tener conto delle specificità dei singoli territori. Ma il discorso di commiato della Governatrice non può essere certo considerato la pietra tombale su quanto accaduto. Da sempre abbiamo dichiarato sui diversi tavoli di confronto che una situazione di risparmi alle spalle dei cittadini, prima o poi, avrebbe dovuto implodere. E quando, poi, si va sul terreno delle responsabilità di una simile situazione, ebbene sia chiaro che nessuno, maggioranza od opposizione che sia, fatta eccezione per i radicali, forse, può tirarsi fuori. Questa collettiva assuefazione al peggio, questo senso di impunità arrivato a livelli tragicomici, inchiodano ognuno dei consiglieri eletti alla Pisana.
Come CISL diciamo: vi siete dimessi? O, meglio, la POLVERINI vi ha dimessi? Ebbene, per favore e per decenza: non provate a ricandidarvi! C’è, infatti, necessità di aria nuova, di vera discontinuità nel processo di moralizzazione già in atto, senza rottamazioni a prescindere (si può essere giovani di età ma vecchi di idee e senza morale o viceversa) ma facendo attenzione a salvare il salvabile all’interno di una generazione di politici che, comunque, ha al suo interno facce nuove e volontà rinnovate di impegno serio e a favore dell’interesse per antonomasia: quello del cittadino. Quando Emma BONINO afferma che i soldi dati ai gruppi politici non sono di proprietà privata, coglie nel giusto. E, solo a ripensare ai 60 milioni di euro in tre anni che sono svaniti per un interesse più o meno personale, ci viene in mente il progetto-Salaria, abortito prima ancora di essere realmente finanziato, e sacrificato sull’altare dei risparmi per il deficit sanitario, dopo essere stato il feticcio di qualche campagna elettorale. E noi, che vedevamo l’ospedale DE’ LELLIS come un auspicato polo di eccellenza, sebbene alle prese con una paurosa crisi di organico, mentre altrove, dove cioè si sarebbe dovuto deciderne il potenziamento, si pensava a finanziare vacue sagre e inutili, ripetitivi convegni, facendo spregio della voce disperata dei malati di Rieti e Provincia, sballottati in altri ospedali solo perché in Regione si pensava ad altro, anche grazie alle scomode denunce della CISL, avevamo chiesto inutilmente il dirottamento di risorse vere per l’esausta situazione occupazionale e congiunturale della nostra Provincia o per il miglioramento del servizio CO.TRA.L. o della ferrovia Fara in Sabina-Fiumicino. Alla Pisana si continuava a ballare, cantare e mangiare di grasso, senza che nessuno, da una parte e dall’altra, si accorgesse che non solo era stato ucciso il vitello grasso ma che i buoi, ormai, avevano abbandonato le stalle, in barba alle rimostranze dei cittadini-contribuenti. Occorre ripristinare il senso di legalità e moralità che solo la magistratura potrà accelerare ma che la politica ha il dovere di rinnovare, e che i cittadini elettori dovrebbero, con forza, pretendere. Certo, i continui scandali che hanno visto coinvolti diversi governatori regionali, fa pensare che, forse, più che le Province andrebbe abolito o comunque riformato da cima a fondo l’Ente Regione, come pure appare ineludibile procedere alla costituzione dell’anagrafe di eletti e nominati, portando alla luce curricula, redditi e intrecci societari di ognuno, alla eliminazione dei vitalizi e, soprattutto, alla definitiva abolizione dei finanziamenti a pioggia a favore dei gruppi politici, favorendo il controllo amministrativo dei singoli bilanci, compresi quelli delle società di emanazione regionale. Noi come sindacato siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e, soprattutto come CISL, a restituire alla politica quel senso di responsabilità e sussidiarietà che la Costituzione della Repubblica Italiana ci ha assegnato >>.