Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Sergio PIROZZI, Sindaco del Comune di Amatrice:
<< L’ospedale GRIFONI (nella foto) di Amatrice è di nuovo obiettivo di un inaccettabile percorso di trasformazione al ribasso, o siamo vittime di un refuso di stampa? Forti le preoccupazioni mie e della Giunta comunale di Amatrice a seguito della lettura dell’ultimo Decreto del Commissario ad acta Nicola ZINGARETTI dello scorso 4 ottobre, che approva un documento di “Raccomandazioni” ai Direttori Generali delle ASL per la stesura degli “Atti aziendali” di conversione in “Case della Salute” di alcuni presidi ospedalieri laziali. Il Decreto individua una prima tranche di strutture da avviare a trasformazione ed inserisce nella black list anche il GRIFONI di Amatrice. Il GRIFONI quindi trasformato in Casa della Salute? Il nome può essere anche accattivante ma il contenuto non lo è! Nelle “Case della Salute” non sono previsti posti letto per acuti, pronto soccorso, servizi diagnostici e di laboratorio, le “Case della Salute” sono solo un luogo ove parcheggiare malati sub acuti a cui offrire servizi medici e infermieristici a bassa complessità.
Quindi, l’intero territorio del Distretto dell’Alto Velino di fatto dovrebbe contare solo sull’ospedale di Rieti ed i cittadini per curarsi dovrebbero fare una sorta di “viaggi della speranza”. Pensare di importare ad Amatrice il modello delle “Case della Salute” vuol dire disconoscere i fattori di criticità socio-geo-demografici sanciti nel D.C.A. 80 del 2010 cd. di “riorganizzazione della rete ospedaliera regionale” e che differenziano il presidio ospedaliero di Amatrice rispetto agli altri della Regione Lazio, perché: unico ospedale di tutto il Lazio ad essere situato veramente in montagna (m. 955 s.l.m.); ha una estensione del bacino di utenza distrettuale di 682 km2 e comunale di circa 175 km 2; è un presidio a servizio di 10.573 residenti del distretto sanitario, a confine con ben tre regioni, che porta il bacino complessivo a circa 20.000 abitanti; nel periodo estivo il bacino di utenza del Distretto si attesta intorno alle 50.000 unità, di cui circa il 50% solo ad Amatrice (tant’è che una legge regionale classifica Amatrice “Comune Turistico”); la situazione orografica e climatica del territorio (neve e ghiaccio presenti sino a primavera inoltrata), il non completamento degli interventi migliorativi dell’unica strada di collegamento con l’ospedale di Rieti (SS 4 Salaria), rende estremamente difficili i collegamenti verso altri presidi sanitari considerando poi che il più vicino (il DE’ LELLIS di Rieti) dista ben 64,8 km e che il tempo medio di percorrenza è di 1 ora e 8 minuti. Tutti fattori di criticità distintivi e per i quali l’ospedale GRIFONI è stato classificato nel precedente Decreto del 2010 come “ospedale distrettuale di II livello, di tipo C”, classificazione non attribuita E NON ATTRIBUIBILE a tutti gli altri presidi ospedalieri elencati nella black list di declassamento a “Casa della Salute”. Ma allora, com’è finito l’ospedale di Amatrice, se di tipologia C, nella lista dei presidi da riconvertire in "Casa della Salute"? Si tratta di un “mero refuso di stampa” o di decisione verticistica presa con inaccettabile nonchalance? Nella consapevolezza che il declassamento dell’ospedale di Amatrice a mera “Casa della Salute” è lesivo del fondamentale diritto alla salute degli abitanti di Amatrice e di tutto il Distretto Sanitario dell’Alto Velino, ed è decisione di gravità inaudita, Vi comunico che ho già provveduto, nei giorni scorsi, ad interessare i vertici del Ministero della Salute con una dettagliata relazione e che sto convocando in via d’urgenza il Consiglio comunale per le determinazioni sulle azioni, anche legali, da intraprendere a difesa del nostro ospedale. Oggi è in gioco la salute dei cittadini, che non possono sentirsi tranquilli sapendo di doversi recare in ospedali che distano diversi chilometri di strade di montagna, specie in stagione invernale; Non è quindi più tempo di controversie sociali, politiche o istituzionali, occorre che facciamo sentire la nostra voce in modo forte e unanime. Da parte mia, ho già indossato la fascia, e chiesto un incontro urgente con il Presidente della Regione Lazio. L’ospedale è di tutti e non ha colori politici, e con questo voglio sottolineare l’importanza dell’impegno di tutti: c’è infatti bisogno dell’appoggio e della partecipazione attiva di tutte le persone in termini di collaborazione, impegno e passione, a sostegno delle azioni che sarà necessario mettere in campo >>.