Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Gianfranco GIANNI, Presidente dell'ATC Rieti 2:
<< L'assenza di coinvolgimento del mondo venatorio alla questione del cinghiale, invece contemplato in ogni legge di settore, ha spinto il Consiglio direttivo dell’Ambito Territoriale di Caccia Rieti 2, nell’ultima riunione, di affidare l’incarico all’Avv. Rita CAGNIZI di attivare le procedure giudiziarie del caso per constatare la legittimità dell’operato del Commissario della Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile intese a regalare un patrimonio della collettività ad attività commerciali ed enti religiosi. Peraltro l’azione giudiziaria che ci si riserva di intraprendere, segue quella attivata nei confronti del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga che ha trovato giusto accoglimento negli organismi interessati perché le motivazioni addotte non sono superabili se non con il coinvolgimento del mondo venatorio. Condividiamo la proposta dell’Assessore alla Caccia della Provincia di Rieti di attivare una filiera cinghiale anche utilizzando le strutture pubbliche già funzionanti delle quali questo e gestite dall’ATC che presiede.
Il coinvolgimento del mondo venatorio consentirebbe, di immettere nel circuito della gestione del territorio risorse finanziarie utili alla copertura dei danni e con scelte oculate sarebbe possibile attivare un percorso virtuoso di nessun impatto ambientale in grado di mobilitare migliaia di persone che a vario titolo sono parte attiva nella gestione faunistica. Questo ed altro, avremmo potuto portare come contributo al recente convegno sulla gestione del cinghiale tenutosi ad Amatrice organizzato dall’Ente Parco e al quale l’ATC non è stato invitato a partecipare, continuando nella logica, perversa, secondo la quale le Aree Protette non vogliono avere rapporti con il mondo venatorio. Ciò per poter continuare a coltivare un orto dalle risorse abbondanti da non condividere con nessuno >>.