Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del Movimento Giovanile Controvento:
<< Si è svolto venerdì 17 l’incontro di Controvento con l’Assessore CECILIA e i consiglieri BIZZOCA e LUDOVISI (nella foto) in merito all’ex Zuccherificio e alla sua destinazione. Allo stato attuale sul tappeto è presente la sola proposta della Coop Centro Italia di destinare tale struttura a Centro Commerciale, previa autorizzazione a realizzare il triplo della cubatura già prevista. Bisogna dare atto a RAGGI, Presidente del CdS della Coop Centro Italia, di aver saputo giocare la partita gettando sul piatto della bilancia un investimento di 60 milioni di euro e un’ipotesi di 200 posti di lavoro. La reazione a tale ipotesi è stata piuttosto debole, nessuno ha calcolato gli effetti sulla città della realizzazione di un tale mega Centro Commerciale; nessuno si è posto il problema di quanti posti di lavoro in realtà si perderebbero. Le stesse associazioni dei commercianti, pronte a fare barricate su una pedonalizzazione che in prospettiva valorizza il centro storico, si sono limitate a un blando comunicato contro un’ipotesi che rischia di distruggere definitivamente il centro storico. Come mai? Qualcuno sta già organizzando il grande esodo dal centro? I sindacati in prima fila nella difesa di questo piano scellerato. Come mai?
Qualcuno pensa a quanti nuovi iscritti si possono rimediare? La maggior parte dei partiti plaude RAGGI e lo vede come un salvatore della Patria. Come mai? Qualcuno sta prenotando i posti da assegnare? Già si profila nella stessa maggioranza qualche segnale di cedimento. Di fronte a una probabile Caporetto qualcuno ha pensato a una nuova linea del Piave su cui attestare le residue difese che, se non si spostano i termini del problema, rischiano anch’esse di essere travolte da un RAGGI che dimostra di essere un politico di razza che, sfortunatamente per noi, persegue un interesse di parte piuttosto che un interesse generale. Il progetto di RAGGI poggia su un’ipotesi di mega centro che grazie alla varietà dell’offerta sia attrazione per un bacino di utenza che vada addirittura oltre i 200mila abitanti Rieti-Terni. Si tratterebbe di costruire un’isola dentro il cuore della città senza che abbia legami con la città stessa. Qualcuno che frequenta questi mega centri sa dirci come è fatta Sant’Oreste e le altre città nei dintorni di Soratte? O sa descriverci la Piazza di Valmontone? Perché mai per Rieti dovrebbe essere diverso? Si tratta di “turismo” mordi e fuggi: arrivi, parcheggi, compri e riparti. Siamo totalmente contrari a tale ipotesi perché stravolgerebbe la nostra città senza ottenere nulla in cambio. Un’alternativa conservatrice a tale ipotesi sarebbe quella di bloccare l’aumento della cubatura richiesto dalla Coop; a quel punto RAGGI si farebbe qualche conto (e nel conto bisognerebbe mettere i costi della probabile chiusura dall’attuale Coop Futura) e verosimilmente deciderebbe che, stante l’attuale cubatura, l’investimento non sarebbe conveniente. Poco male: a fronte dallo scempio della città sarebbe preferibile l’immobilismo. L’unico modo per uscire dall’impasse è una trattativa sulle compensazioni che la Coop dovrebbe realizzare. L’Assessore CECILIA è un bravo Assessore, ma è un tecnico che ragiona come un tecnico. Da bravo urbanista propone che la Coop realizzi, a sue spese, una serie di opere infrastrutturali, la più importante delle quali, ci sembra di capire, è lo scavalco della Stazione ferroviaria che permetterebbe il contatto diretto di questa struttura con il centro storico e, quindi, la creazione di un’arteria commerciale che partirebbe da Porta Romana, attraverserebbe Via Roma e arriverebbe allo Zuccherificio: una specie di Porta Portese permanente. Progetto molto bello a cui però mancano i numeri su cui reggersi, ovvero un bacino di utenza minimo che faccia fronte agli alti e bassi dei flussi turistici e un Piano del commercio concordato con le associazioni di categoria. Il progetto di CECILIA va integrato con la realizzazione di una iniziativa che incrementi strutturalmente il bacino di utenza residenziale. L’integrazione a tale progetto non possiamo cercarla nel Polo fieristico o in quello congressuale, soggetti anche essi a flussi. L’unica iniziativa che crea strutturalmente nuovi residenti è la creazione di strutture che ospitino il Polo univeristario. Oggi le sedi dei corsi della Sabina Universitas sono sparse tra Via Roma, l’Istituto Geometri e la Salaria per L’Aquila, e questo non crea visibilità. Riportare l’università nel cuore della città permetterebbe la sua crescita e un circolo virtuoso che aiuterebbe lo sviluppo della città anche in direzione del progetto immaginato da CECILIA. Solo questo insieme di cose renderebbe piacevole la permanenza in città degli studenti universitari fuori sede, attraendone altri. Un Piano che ha bisogno di Alleati, istituzionali e non: nessuno in questo momento, di fronte a un progetto forte e chiaro può tirarsi indietro. L’Assessore CECILIA, se vuole, ha la possibilità di realizzare questo suo “sogno” coinvolgendo gli altri attori istituzionali, compreso l’ATER il cui progetto per la realizzazione di una residenza per studenti universitari nei pressi di Porta Romana langue da qualche anno. Da parte di Controvento siamo disponibili ad aiutare con tutti i mezzi la realizzazione di questo Piano; ma qualsiasi ipotesi che non preveda la realizzazione del Polo universitario troverà la nostra più ferma opposizione. Per questo abbiamo dato mandato a Gabriele BIZZOCA, nostro consigliere di riferimento, di illustrare la nostra posizione nelle sedi opportune >>.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Andrea CECILIA, Assessore all’Urbanistica del Comune di Rieti:
<< L’incontro con i ragazzi di Controvento è stato piacevole e costruttivo. Il dibattito incentrato sui diversi scenari che la proposta Coop lascia ipotizzare; sulle ricadute potenziali sull’occupazione, sull’assetto urbanistico, sullo sviluppo della città. Hanno ragione da vendere questi ragazzi quando si pongono il problema degli effetti di tale intervento sul tessuto urbano e socio-economico! E’ questo il tema all’ordine del giorno dei consiglieri, dei partiti, delle forze sociali, dei sindacati e soprattutto delle associazioni dei commercianti e degli imprenditori in genere. La reazione debole, scomposta, appiattita su un si o un no al Sig. RAGGI, un si o un no ai presunti posti di lavoro, un si o un no ai presunti investimenti, avuta dalla classe dirigente e imprenditoriale, dalla stampa, dai professionisti e persino dai movimenti “d’avanguardia” dell’ultima ora, svela, purtroppo, l’ancora concreta difficoltà di costruire insieme un progetto di bene comune. Non basta un si o un no. Se i ragazzi di Controvento immaginano una città che cresce e si sviluppa con la cultura, immaginano una città universitaria in un centro vivo e percorso da giovani, cosa fanno i “grandi”? I “grandi” pare abbiano smarrito il futuro. Da troppo tempo hanno smesso di sognare, vivono del presente e se ne occupano a tempo pieno, senza distrazioni. E’ tempo di avere coraggio. Non credo si possa uscire da una crisi così profonda senza idee. Senza una reale volontà di cambiamento, senza la forza di sognare la nostra città e il nostro sviluppo. Senza indicare la direzione del cambiamento. E allora cosa vogliamo fare? Lo accettiamo o lo rifiutiamo st’investimento che Coop mette sul piatto? Ci vogliamo credere o no a ‘sti 200 posti di lavoro? … tutta qui la discussione? Il resto è “utopia”? E’ futuro? … Già …! Il futuro oggi non serve a nessuno! Spero non sia così ovviamente, spero che la scelta non sarà un semplice si o no. Gli investimenti di Coop Centro Italia o di qualsiasi altro imprenditore debbono e possono essere accolti all’interno del nostro piano strategico che per l’appunto non poteva che chiamarsi “Diventiamo Città”. È tempo che questo piano si arricchisca ancora di contenuti e tutti sono chiamati a partecipare. Anche il Sig. RAGGI >>.