A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Ci sono voluti diciotto anni perché i nostri piccoli uomini politici locali si decidessero ad affrontare il nodo della riforma degli enti locali. Nel 1990 il Parlamento votò un’ottima legge ma, come succede spesso nel nostro bel paese, non è stata mai applicata. Proprio in questi giorni si è aperto un serrato dibattito tra le forze politiche per trovare finalmente una soluzione, anche perché l’attuale assetto della nostra regione fa acqua da tutte le parti e non è certamente adatto a dare le risposte necessarie per garantire uno sviluppo armonico del nostro territorio.
Sostengo dal 1990 che la Regione Lazio dovrebbe essere divisa in due amministrazioni locali: l’Area metropolitana di Roma ed una regione Lazio composta dal territorio delle altre 4 province di oggi con il loro territorio allargato con parte del territorio della ex provincia di Roma.
Una ipotesi verso la quale tutti si sono sempre dichiarati favorevoli a parole, ma che è stata osteggiata sempre dagli uomini politici che operano a Roma perché non conforme ai loro interessi di bottega. Primi fra tutti gli uomini della sinistra, a cominciare dal comunista Walter Tocci quando era vice sindaco di Roma al fianco di Rutelli. Quelli della destra si sono anche loro dichiarati favorevoli a parole, ma di fatti fino ad oggi se ne sono visti pochi. Tra questi l’ex assessore regionale Ciaramelletti ed ora il consigliere regionale Cicchetti, entrambi di AN.
Proprio in questi giorni è scoppiato all’improvviso un nuovo dibattito sull’argomento. E questa volta la sinistra è venuta allo scoperto, anche se il linguaggio del maggior rappresentante Marrazzo è volutamente reticente e fumoso.
In un comunicato inviato a tutti i giornali e con un linguaggio particolarmente involuto Marrazzo ha fatto sapere di opporsi all’ipotesi ventilata dal Governo di una area metropolitana ristretta al territorio dell’attuale comune di Roma perché ciò contrasterebbe con gli interessi di Roma capitale d’Italia! E per raggiungere lo scopo ipotizza una città metropolitana che comprenda tutto il territorio del Lazio, comprese le quattro province di Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti.
In altre parole una città regione nella quale tutto il resto del territorio sia funzionale allo sviluppo della megalopoli.
E bravo Marrazzo! Per fortuna che quando facesti la campagna elettorale promettesti di rimediare alle carenze di interesse per le zone periferiche del Lazio con una particolare attenzione!
In parole povere l’ex giornalista televisivo Marrazzo, presentatosi alle elezioni con una lista civetta a proprio nome per catturare i voti degli scontenti della politica dei DS e dei margheriti che diversamente si sarebbero astenuti, anziché mantenere le promesse si schiera senza ritegno alcuno con il peggio degli ex comunisti che governavano la città di Roma in danno di quegli elettori delle province che gli hanno creduto e gli hanno consentito per pochi voti di diventare presidente del Lazio! Mi piacerebbe sapere che ne pensano i due consiglieri regionali Perilli e Massimi. Sono anche loro per la ulteriore marginalizzazione della Sabina? Ma loro, si sa, debbono solo obbedire alle direttive, pena la mancata ripresentazione nelle liste alle prossime regionali.
E’ risaputo che l’Aera metropolitana sarà dotata di poteri straordinari che riduranno tutti i comuni del Lazio a satelliti al servizio della capitale ed ogni decisione sarà presa in Campidoglio, alla barba di tutti gli altri e in armonia con gli interessi forti che ruotano intorno a Roma.
La destra sembra opporsi a questo disegno, il ministro Calderoli pare abbia preparato una bozza di legge che limita il territorio dell’area metropolitana a quello dell’ex comune di Roma.
Ma il consigliere regionale Cicchetti non sembra avere le idee molto chiare, risponde genericamente all’accusa che Marrazzo fa al Governo di incostituzionalità della eventuale legge che andrebbe a proporre al Parlamento. Dice solo che è costituzionale.
Cicchetti non chiede a Marrazzo che fine faranno le 4 province del Lazio nell’area metropolitana, non incalza Marrazzo, perchè?
Egli appartiene ad AN, il partito che fa parte integrante del Governo guidato da Berlusconi, del quale il leghista Calderoli fa parte integrante e dal quale dipende la proposta finale dell’Area metropolitana di Roma.
Perché allora non parla chiaro e spiega quale è il suo reale punto di vista. E’ favorevole o no alla nascita di un Lazio liberato dalla presenza di Roma capitale? Che dicono i candidati designati dalla destra per la corsa a presidente della provincia, che è l’ente locale più interessato alla riforma? Lo dicano con chiarezza perché questo è un argomento troppo importante per la Sabina tutta. Tra poco dovremo andare a votare, dobbiamo sapere chi è con noi e chi contro di noi!
Infine mi piace ricordare che i “margheriti” di Melilli, Dominici, ecc…fino alla confluenza nel PD erano favorevoli ad un Lazio senza la città di Roma con il territorio della sua provincia accorpato alle altre quattro residue che, messe insieme, sono una realtà più importante della regione umbra.
Lo erano fin da quando una associazione culturale di matrice cislina, guidata dal compianto avv. Giorgio Rossi, elaborò una proposta concreta di applicazione della Legge del 1990 fatta con criterio, competenza ed a favore del nostro territorio.
Perché oggi hanno cambiato idea e vanno a rimorchio degli ex comunisti? Presidente Melilli perché questa conversione, che cosa ti hanno promesso? Tra poco gli abitanti della provincia di Rieti dovranno votare per la tua rielezione, non è che costringerai molti simpatizzanti che guardano a sinistra, ma senza paraocchi, a votare magari per Costini per difendere la sopravvivenza della Sabina!?!?
Oggi non si vota più per ragioni di fede ideologica, possiamo ben votare anche per la destra se la posta in gioco è la sconfitta dei gruppi di potere che si annidano nelle botteghe dei residui dei partiti che operano contro di noi. A mali estremi, estremi rimedi.