Vallo di Nera, dal 18 al 19 giugno, tornerà ad ospitare la manifestazione “Fior di Cacio, profumi e sapori d’Umbria”. Nata con lo scopo di valorizzare il prodotto ed evidenziarlo come fattore di qualità del territorio della Valnerina, la manifestazione ha periodicità annuale ed è un appuntamento in cui i casari e i produttori di formaggio di tutta l’Umbria si ritrovano per esporre i loro prodotti in un contesto storico altamente qualificato. Tra artisti popolari e poeti a braccio, percorrendo le vie del centro storico, le cantine verranno aperte per alloggiare gli strumenti dei casari utilizzati nella lavorazione del formaggio in tutte le fasi, che in queste montagne sono rimaste, sostanzialmente, le medesime descritte nel periodo a cavallo tra i sec. XIV e XV dall’agronomo Corniolo della Cornia, nella sua opera “La Divina Villa”, assumendo, però, il carattere di operazione artigianale che la sapienza popolare ha affidato alla tradizione orale, senza lasciarne tracce scritte. Si potrà degustare un tipico prodotto della Valnerina: la ricotta salata stagionata, preparata con lo stesso procedimento di quella fresca, con la differenza che, appena affiorata, la massa viene avvolta in strofinacci di tela a cui si dà la forma di imbuto ed appesa per favorirne l’indurimento con la scolatura del siero; deve trascorrere una giornata prima di toglierla dal suo involucro e procedere alla salatura; infine, prima di essere messa a stagionare, viene cosparsa di chicchi di avena o coperta con fieno maggengo.
Molte sono le forme di cacio (a pasta molle, dura, semicotta, cotta, o cruda), dall’aroma inconfondibile per la grande varietà di erbe, arbusti e gemme a disposizione delle bestie che pascolano all’aperto e che possono essere degustate con la parallela iniziativa “i mille matrimoni del formaggio” smentendo gli antichi pregiudizi e prescrizioni che accompagnavano il consumo di latticini, quali calcoli renali, malattie al fegato ed alla milza, calo della vista e lebbra ... tutte affezioni imputabili a latte e derivati e che si riassumono nel medievale aforisma “caseus est sanum quem dat avara manus”. In queste due giornate, dedicate al cacio, sarà possibile sperimentare accostamenti, inediti e gustosi, tra il formaggio ed altre pietanze in un matrimonio all’insegna del gusto. Inoltre, sono previste sia delle visite guidate lungo i “sentieri della transumanza”, fino ai pascoli d’altura delle montagne circostanti il territorio di Vallo di Nera, dove risiedono i pastori che si dedicano all’attività casearia sia degli “incontri tematici” di approfondimento sui diversi aspetti dell’argomento formaggio, ed è possibile assistere alla “disfida del ruzzolone”, un tradizionale gioco dei luoghi dove era praticata l’attività della transumanza, in cui il formaggio di pecora (quello più duro e stagionato) diventa anche lo strumento protagonista del lancio delle ruzzole: belle e grosse forme di cacio duro e ben stagionato, delle quali i pastori non erano mai sprovvisti, in previsione di disfide.