La Conferenza dei Capigruppo della Provincia di Perugia dopo la discussione che si è sviluppata nella Commissione consiliare competente sul decreto legislativo nel quale si annuncia che “… le Province sono soppresse o accorpate sulla base dei criteri indicati dal provvedimento in questione”, ha approvato un documento firmato da Luca BALDELLI (PRC), Enrico BASTIOLI (PSI), GIancarlo CAROCCI (Umbria Tricolore), Giampiero FUGNANESI (PdCI), Giampiero RASIMELLI (PD) e Piero SORCINI (PdL) che chiede profonde modifiche alla decisione del Governo. Nel documento, che è stato inviato agli organi competenti e ai Parlamentari umbri si afferma che “… eventuali modifiche dell’assetto istituzionale, specialmente quando queste riguardano enti elettivi di rilievo costituzionale, non dovrebbero essere motivate da esclusive ragioni di compatibilità finanziaria, ma da valutazioni più generali riguardanti il miglior assetto istituzionale necessario a rendere più efficace la partecipazione democratica dei cittadini alla gestione del proprio territorio. In particolare, non si può tacere la mancanza di un disegno istituzionale che indichi la natura complessiva dello Stato nel quale incardinare l’intervento in questione.
Infatti, rimane ancora da stabilire se l’opzione federalista è attuale oppure viene preferito un diverso disegno istituzionale del quale però non si ha alcuna conoscenza. Tutto ciò rende precario ogni intervento in quanto non corrisponde ad un organico e razionale disegno riformatore, ma prosegue lungo una strada che appare rispondere più alla logica dell’emergenza e della improvvisazione che invece ad un progetto complessivo di riforma istituzionale volto a rendere più moderno e democratico l’ordinamento istituzionale italiano. Ciò premesso si ritiene che “… i criteri per la riduzione e l’accorpamento delle Province, da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna Provincia” come previsto dal secondo comma del D.L. sopra richiamato, applicato in modo indistinto a tutte le Regioni, non risponda alle esigenze di quelle che dispongono nel loro territorio di due sole Province. Questa condizione riguarda esclusivamente tre regioni a statuto ordinario: Umbria, Molise e Basilicata. L’eventuale soppressione della provincia che non dovesse risponde ai parametri che verranno indicati, comporterà l’accorpamento alla rimanente provincia che, per effetto di tale decisione, coinciderà con l’intero territorio regionale determinando la costituzione di un organismo intermedio che non appare in condizione di rispondere adeguatamente alle esigenze territoriali. tutto ciò premesso la Conferenza dei Capigruppo chiede: che in deroga a quanto previsto dal decreto legge n°95 del 6 luglio 2012, siano escluse dal provvedimento in esame, le Regioni nel cui territorio vi siano solo due Province; di interessare immediatamente il livello Parlamentare e quello Regionale affinché i pesanti tagli, apportati dal Governo nazionale alla finanza delle Province e dei Comuni, vengano rivisti, dal momento che essi mettono oggettivamente in condizioni di paralisi operativa gli Enti Locali ed in particolare le Province rispetto a tutte le competenze che esse esercitano; che si difenda il ruolo delle Province in quanto Enti Amministrativi di area vasta, cerniere tra Regioni e Comuni, non riducibili, senza ripercussioni pesanti sul tessuto sociale, a Enti di secondo livello di nomina comunale con tutti i possibili conflitti di interesse e funzioni che ne deriverebbero; che nel quadro delle rdistribuzioni delle deleghe e delle funzioni vengano salvaguardate e mantenute in capo alla Province il ruolo e le competenze in materia di sicurezza dei cittadini, di politiche integrate del controllo del territorio, di edilizia scolastica, della formazione e delle politiche attive del lavoro”.