A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Oggi cercheremo di capire meglio il bailamme di notizie che girano intorno all’ICI e alla “monnezza” di Napoli. Sono i due argomenti principali che campeggiano sui mass media italiani.
Tutto nasce da promesse fatte in campagna elettorale. Berlusconi è uno specialista di questa metodologia di accattonaggio dei voti, normalmente basata sul concetto che gli elettori alla fin fine se le bevono tutte!
Cominciamo con l’ICI che è la tassa riscossa dai comuni ed è calcolata sugli indici catastali del valore degli immobili di proprietà dei cittadini. Una tassa vissuta malamente dagli italiani che in questi ultimi sessant’anni sono diventati un popolo i piccoli proprietari, cioè di gente che la casa, almeno quella dove abitano, ha preferito comprarsela per non vivere nella precarietà di un affitto schizofrenico a causa della cronica instabilità economica del paese. L’impopolarità dell’ICI, sapientemente scaricata nella sua applicazione concreta sui comuni italiani, è aggravata dalla alta fiscalità con cui lo stato colpisce il reddito delle famiglie.
Siamo arrivati al punto che l’ICI è una delle voci le più rilevanti dei comuni italiani, senza della quale saranno dolori, e che dolori! Il centro sinistra di Prodi, fedele al programma che gli aveva fatto vincere le elezioni, aveva intrapreso un programma di risanamento della economia del paese i cui benefici non potevano essere evidenti a breve, e si era ben guardato dal privare i comuni d’Italia dell’entrata dell’ICI, anche perché con questi chiari di luna non si saprebbe dove prendere i soldi per rimpiazzare le somme abolite.
Berlusconi invece ha fatto annunciare che martedì prossimo il governo abolirà l’ICI.
Vediamo allora a chi conviene e a chi no l’abolizione di questo “iniquo balzello”, come viene genericamente ritenuto.
Chi si arricchirà enormemente e subito del mancato pagamento dell’ICI sono le grosse società immobiliari che vendono o affittano gli immobili costruiti perché le venderanno con più facilità e perché non pagheranno l’ICI su tutti gli immobili affittati o ancora non venduti. Un giro di miliardi che mancheranno alle casse dei comuni italiani e che arricchiranno ancor di più gli immobiliaristi italiani e stranieri che operano in Italia, compresa la famiglia Berlusconi, ma non solo.
Chi guadagnerà nell’immediato è lo stesso governo di destra che con una sapiente campagna sui mass media si è ben guardato dall’evidenziare questo aspetto. Per verità non ho letto in nessun giornale rilievi di questo tipo.
La Chiesa si era arricchita già prima perché Berlusconi, quando era al governo, fece approvare un emendamento che escludeva gli immobili del clero, anche quelli adibiti ad uso commerciale, dal pagamento dell’ICI.
Chi invece ci rimetterà di certo sono tutti quelli che avranno il misero vantaggio di non pagare più ogni anno somme che in media non superano le centinaia di euro, ma che si vedranno sostanzialmente ridotti quei pochi servizi che le comunità locali mettevano a disposizione. Già i comuni italiani, gravati come sono da una burocrazia di mantenuti, hanno scarse risorse da destinare ai servizi sociali, figuratevi ora quando verranno a mancare le entrate dell’ICI!?
Inoltre se il comune non ha soldi, come farà ad assumere non dico in pianta stabile, ma nemmeno come precari, quei pochi con i quali oggi va avanti alla meno peggio per pulire la città o per garantire qualche piccolo beneficio alla collettività?
Così chi pagherà ancora una volta saranno i giovani ai quali in campagna elettorale si è promesso di farli uscire dalla precarietà, ma ai quali in concreto si tolgono anche le opportunità di lavoro precario!
E di chi sono i figli questi giovani sacrificati? Sono forse i figli degli immobiliaristi? Non sono invece i figli di coloro che per non pagare l’affitto hanno acquistato una casa rimanendo sempre poveri e con una famiglia da mantenere!!? Intanto gli immobiliaristi avranno più soldi per comprare nuovi fuori strada e nuove fuori serie ai figli, alle mogli e alle amanti ostentate con tanta arroganza nelle strade italiane e nei luoghi di villeggiatura come la costa smeralda, suscitando l’invidia e la rabbia di quei giovani che diventeranno sempre più precari! E i ricchi saranno sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.
Sono queste considerazioni di buon senso e di facile intuizione, ma c’è troppa ignoranza in giro per poter pensare che la gente riesca a capire queste trappole. Basta agitare l’idea che si possano pagare pochi spiccioli in meno per confondere il cervello della gente e lasciarlo in balia della demagogia e della disonestà politica. E chi pone in essere questi trucchi viene osannato come il salvatore della patria!
Chissà se anche questo è colpa di Prodi. Io penso che uno come Prodi gli italiani non se lo meritano anche se alla corte di Prodi il popolo gli aveva regalato i peggiori demagoghi che si siano mai visti nel sessantennio della Repubblica italiana.
Ma in fin dei conti è sempre vero che ognuno ha i governanti che si merita e certo Prodi gli italiani hanno dimostrato di non esserselo meritato.
La monnezza di Napoli è la seconda promessa elettorale del cavaliere. Promise che la prima riunione del governo l’avrebbe fatta a Napoli e che non se ne sarebbe andato fino a quando non avesse avviato una soluzione del problema.
Ad oggi si è vista solo la conferma del Commissario De Gennaro, quello stesso nominato da Prodi, e null’altro. Anzi ieri ci sono stati incendi e attacchi ai pompieri che tentavano di spegnerli.
Tutti sappiamo che il problema della monnezza a Napoli deve fare i conti con la camorra. Il giovane scrittore Saviano ha descritto molto bene i meccanismi del potere reale sul territorio che hanno reso possibile un tale scempio. E sarà bene andare al cinema questi giorni per vedere il film costruito sul libro di Saviano.
E allora perché si indugia? Forse occorre tempo per fare un contratto con la camorra? La politica dei contratti sta molto a cuore ai governanti di oggi, e la cosa non mi meraviglierebbe di certo.
Personalmente sono molto critico con Bassolino e la Iervolino che in tutti questi anni non sono stati capaci di strappare alla camorra il controllo della monnezza, ma di questo non sono i soli responsabili. Le connivenze più potenti con la camorra stanno a Roma.
Ed allora hanno fatto molto bene a rimanere per ora al loro posto per controllare se Berlusconi manterrà veramente la promessa di ripulire Napoli dalla monnezza, o non farà come per l’ICI: far credere di aver fatto gli interessi del popolo per mascherare la soddisfazione degli interessi dei suoi amici e sostenitori >>.