Pubblichiamo integralmente una nota di Clemente DOMINICI (nella foto), Sindaco del Comune di Paganico Sabino:
<< Caro Gianfranco, non dimentico e non rinnego! Questo è il mio telegrafico commento al tuo intervento sulla soppressione della Provincia pubblicato sul Giornale di Rieti e sul sito di MEP Radio. Negli anni ’90 ho combattuto insieme al compianto Giorgio ROSSI e anche a te una battaglia quasi solitaria per dare corpo all’articolo della legge 142/90 che introduceva le aree metropolitane e fare la Grande Sabina. Non ci siamo riusciti per tanti motivi, non ultimo l’incapacità della politica e di certi politici di interpretare e guidare i cambiamenti richiesti dalla società civile. E così, dopo ventidue anni e dopo questo scandaloso spettacolo che ha dato di sé la Seconda Repubblica che ha accompagnato questo percorso, ci ritroviamo senza Provincia. Ma il problema, come sai bene anche tu, non è questo. Il problema vero è che con la Provincia spariranno una serie di strutture statali che fanno “economia” che andranno altrove. A questo punto (ho semplicemente detto il) se l’opzione principale del mantenimento dell’Ente attraverso il riconoscimento della particolarità del nostro territorio non dovesse essere raggiunta, per il bene dei nostri cittadini e della stessa città di Rieti è bene guardare a Roma. E ciò perché, come ho già chiarito meglio in una lettera inviata al Presidente MELILLI e al Sindaco PETRANGELI, solo con l’opzione Roma potremmo mantenere insieme tutti i nostri Comuni.
Perché a Roma tutti noi abbiamo i nostri maggiori interessi (lavoro, affari, affetti familiari, attività economiche e amministrative, ecc) e questo da Passo Corese ad Amatrice. Da qui poi, forse, potremmo ripartire approfittando di un futuro decentramento di una Roma che scoppierà magari tornando alla nostra vecchia idea di una Sabina allargata. Il tutto senza dimenticarci che per avere la grande provincia sabina allora parlavamo di portare con noi Monterotondo, a noi particolarmente affine, ma oggi questo non basterebbe. Per raggiungere i 350.000 abitanti che ora ci servono avremmo bisogno della Valle dell’Aniene fino a Guidonia, opzione che ho verificata di recente personalmente con il sindaco della stessa Monterotondo, e che purtroppo è priva di ogni logica. Ciò detto, ti ricordo la prima opzione che ho proposta: difendere il territorio anche con incisive e sollecite azioni politiche e di lotta prima che il decreto venga convertito. Le sto aspettando e sarò in prima fila! >>.