Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Domenico TEODORI e Marino FORMICHETTI, della Segreteria provinciale della UIL FPL:
<< Purtroppo, dopo diverso tempo in cui la UIL FPL ha ripetutamente denunciato l’inefficienza e la miopia di una gestione della sanità reatina, ai limiti del disastro, non rimane che esclamare altro se non proprio che “tutti i nodi vengono al pettine”: liste di attesa fuori legge, carenza di personale e servizi al cittadino sempre più scadenti sono, ormai, la preoccupante condizione in cui versa la ASL reatina, una situazione che, tra l’altro, quotidianamente degrada. In questa sede, a scanso di equivoci, non si vuole, addossare all’attuale Direzione aziendale tutta la responsabilità del disastro, che ha origini lontane e protagonisti locali e regionali, che si sono susseguiti nel tempo nella gestione della sanità pubblica. Di certo, il Direttore generale, Rodolfo GIANANI, ci ha messo del suo con scelte irreversibili (vedi chiusura ospedale di Magliano Sabina) che hanno cancellato, di fatto, la presenza della sanità pubblica in quel territorio. Fa rabbia vedere che in province limitrofe, seppur più accessibili rispetto alla Bassa Sabina, piccoli ospedali, più fatiscenti e in condizioni meno ottimali di quello che era il Marzio MARINI continuano ad essere operativi. Capitolo a parte, poi, la gestione del servizio TAO che, con la rinuncia all’incarico della dottoressa fino a poco tempo fa in servizio a Magliano Sabina, poi trasferita al DE’ LELLIS, sarà ora gestito da un unico medico, che già ha in carico 2.000 pazienti che diventeranno quindi 2.750.
Una condizione assolutamente inaccettabile considerando la delicatezza della terapia e la necessità di un continuo ri-dosaggio in funzione di analisi periodiche. Manifestiamo, inoltre, tutta la nostra preoccupazione anche per il laboratorio analisi di Amatrice, dove la mancanza di un tecnico sanitario fa sì che il servizio sia tutti i giorni in bilico; e per il carcere, dove da tempo la carenza di personale sanitario non permette di garantire i livelli minimi di assistenza ai detenuti, una situazione drammatica, più volte denunciata, su cui la Direzione generale, anche al di fuori delle autorizzazioni regionali dovrebbe compiere un atto di forza e assumersi le responsabilità di integrare il personale con i professionisti necessari (come già accaduto per altri contratti, recentemente rinnovati). L’obbligo di ogni Direttore generale è quello di garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA), laddove questo non sia possibile GIANANI dovrebbe trarre le logiche conclusioni anche con atti personali. Per quanto ci compete, nel frattempo, non mancheremo di sollecitare le istituzioni regionali a sbloccare l’annoso problema del divieto alle assunzioni >>.