Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
<< L’evento sismico dello scorso 24 agosto ha prodotto sul versate umbro fortunatamente solo danni alle cose, salvaguardando tante vite umane. Ancora oggi, a 20 giorni dall’evento, questo è il messaggio che arriva da Norcia e dalla sue frazioni, dove l’attenzione giustamente è massima per assicurare condizioni di adeguata vivibilità a chi ha subito danni alle proprie abitazioni e alle proprie attività produttive. Ma eventi di questa portata producono nei territori colpiti ferite e danni molto più grandi di quelli che si possono constatare nell’immediato, magari all’inizio sottovalutati, ma proprio per questo, ancora più pesanti se non affrontati in maniera tempestiva. Norcia ha saputo costruire, soprattutto dopo gli eventi sismici del 1979 e 1997, un proprio modello economico che poggia saldamente sull’equilibrio tra attività turistiche, commerciali, ricettive, agricole di eccellenza. Un modello che si è dimostrato vincente nell’ultimo decennio soprattutto, ma che ora rischia di sgretolarsi in tempi rapidissimi, se non adeguatamente sostenuto, in una fase difficile come quella post terremoto.
Quanto proposto e suggerito finora, può aiutare questa difficile fase, ma ad oggi non riesco a individuare proposte di forme di sostegno che interessino a 360° tutto il tessuto economico norcino e delle aree limitrofe. Infatti, le attività principali turistiche e di ricezione del territorio norcino si realizzano anche e soprattutto con il lavoro dipendente, che è il primo a svanire in momenti come questi. E’ proprio quello che sta avvenendo in questi giorni, di cui nessuno parla e per il quale ad oggi non ci si è preoccupati di fare qualcosa: mi riferisco, ad esempio, al provvedimento “Busta Pesante” per i lavoratori dipendenti e pensionati, attuato in tutti gli altri tristi eventi di questa natura degli anni precedenti.
Occorrono sicuramente provvedimenti ed aiuti alle attività produttive, ma a patto che abbiano delle ricadute positive immediate sui posti di lavoro. La sola Cassa Integrazione in deroga, prorogata per questo territorio, o la sospensione temporanea dal pagamento di imposte e contributi alle attività produttive, non potranno salvaguardare il lavoro, se non ci saranno scelte per ricrearlo o mantenerlo. I provvedimenti a scadenza possono aiutare, ma non sono mai risolutivi. La gente di questo territorio rischia questa volta di essere demotivata a ricominciare anche per i ben noti problemi finanziari conosciuti nel tempo. La strada è necessariamente quella di scelte di sistema che aiutino le attività a riprendersi e rilanciarsi, con il coinvolgimento di tutte le parti sociali, così come il passato insegna, con le quali si possono creare modelli di sviluppo. In questo caso ancor di più >>.