<< Le Regioni italiane hanno difeso con il Governo nazionale la necessità di poter utilizzare i fondi europei che deriveranno dalla programmazione 2014/2020 per politiche ed azioni che effettivamente consentano di puntare sulla crescita intelligente, sull’innovazione e sulla ricerca, evitando il rischio che questi fondi (gli unici che avremo a disposizione per politiche di sviluppo territoriale) vengano spesi per politiche ordinarie, spesso soggette ad essere cambiate con il cambiare dei Governi >>. Questa la dichiarazione di Catiuscia MARINI, Presidente della Regione Umbria, nel suo intervento di chiusura dei lavori di presentazione del rapporto "RUICS 2012" (Regione Umbria Innovation & Competitiveness Scoreboard), che si sono svolti presso il Centro Congressi della Camera di Commercio (nella foto). << Con il Governo - ha proseguito la MARINI - abbiamo ormai definito un accordo in questo senso e stiamo ancora lavorando per stabilire modalità e criteri per l’utilizzo di queste risorse, ma deve essere chiaro che non potrà non esserci un protagonismo di territorio nelle scelte strategiche.

E’ l’Europa che cresce poco in termini di sviluppo, appunto perché è in ritardo sui temi dell’innovazione. Se solo pensiamo che già oggi il mondo di internet ha modificato radicalmente, in positivo, le economie di molti Paesi che hanno effettuato grandi investimenti in innovazione e nuove tecnologie, possiamo comprendere quanto sia urgente questo cambio di rotta. Abbiamo quindi bisogno di una programmazione che non sia astratta e che al contrario - ha aggiunto la Governatrice dell’Umbria - sia coerente con gli obiettivi di crescita che vogliamo perseguire. Ed è dentro questi obiettivi che va collocato il tema della crescita intelligente. Perché anche l’Umbria (ed i dati RUICS lo confermano) soffre un ritardo in questa direzione. E’ necessario quindi indirizzare risorse a favore del mondo della ricerca, dall’Università a tutti gli altri centri che operano nella nostra regione, e delle imprese che hanno maggiore propensione all’innovazione che deve essere sia di prodotto che tecnologica >>. Secondo la MARINI, l’Umbria ha già esperienze positive in questa direzione, ed ha citato quelle del “cluster tecnologico della chimica verde”, i Poli dell’innovazione: << Ovviamente dovremo mettere in atto valutazioni più selettive per il futuro, che siano in grado di scegliere ambiti ed imprese - ha concluso - che abbiano una maggiore vocazione e propensione all’innovazione ed alla ricerca >>. Nel “RUICS 2012” (Regione Umbria Innovation & Competitiveness Scoreboard) l’Umbria, rispetto allo studio dello scorso anno, presenta un miglioramento in 18 indicatori evidenziando così un andamento superiore alla media nazionale. Il RUICS 2012, giunto quest’anno alla sua 7^ edizione, è uno studio che si propone di valutare, mediante l’utilizzo di indicatori aggiornati in tutta la serie storica agli ultimi dati disponibili, il posizionamento dell’Umbria rispetto a tutte le altre Regioni italiane in materia di innovazione e competitività. Lo studio, che offre quindi un quadro d’insieme delle principali caratteristiche, criticità e potenzialità del livello di competitività e della capacità innovativa dell’Umbria, nonché il suo attuale posizionamento nei confronti dell’Italia e delle altre regioni, analizza sia indicatori di “input”, che esprimono lo sforzo per migliorare o mantenere la capacità innovativa - come il numero di laureati in discipline tecnico scientifiche, risorse umane dedicate ad attività di ricerca, spesa per R&S sul PIL e altro (sia indicatori di “output” che ne rappresentano gli effetti ed i risultati) tra cui l’occupazione nei settori ad alta e medio-alta tecnologia, numero di brevetti concessi, export su PIL, e altro. Il “RUICS 2012” si compone di 30 indicatori chiave, aggiornati agli ultimi dati disponibili, suddivisi in varie aree tematiche da cui si ricavano tre indici sintetici: il RUIS (Regione Umbria Innovation Scoreboard), volto a misurare la capacità innovativa del sistema economico regionale, che si compone di 19 indicatori, il RUMES (Regione Umbria Macroeconomic Environment Scoreboard), che valuta il potenziale competitivo dell’ambiente macroeconomico regionale, che si compone di 11 indicatori, il RUICS (Regione Umbria Innovation & Competitiveness Scoreboard), elaborato quale sintesi del complesso degli indicatori utilizzati diretto misurare il potenziale di crescita competitiva dell’economia umbra. In termini generali, gli indicatori per i quali si registra un miglioramento sono quelli relativi alla crescita del tasso degli investimenti fissi lordi delle imprese, e, conseguentemente, dell’intensità di accumulazione del capitale che si accompagna ad un lieve recupero della produttività del lavoro e ad un lieve miglioramento della spesa per la ricerca e lo sviluppo delle imprese (dove l’Umbria, pur presentando una tradizionale criticità, continua a registrare un lento, ma progressivo, miglioramento). Inoltre, si registrano segnali positivi nell’area di internazionalizzazione del sistema economico (in particolare l’export in rapporto al PIL), nonché nell’utilizzo delle tecnologie informatiche. Per quanto riguarda l’innovazione l’Umbria si mantiene stabile ed in discreta posizione nell’area “risorse umane”, dove si tende a superare la tradizionale dicotomia tra indicatori di sforzo e quelli di risultato ed è ben posizionata nell’area “innovazioni finanziarie di prodotto e di struttura di mercato”, dove si avverte però un po’ di fatica testimoniata da un arretramento nel tempo, mentre continua a collocarsi tra le ultime regioni del centro-nord nell’area “creazione di conoscenza” dove, oltretutto, si registra un peggioramento generalizzato con la positiva eccezione della spesa delle imprese in R&S. Relativamente all’ambiente macroeconomico il quadro di sintesi del posizionamento dell’Umbria mostra un incremento di una posizione nell’area “Apertura all’esterno” e un deciso aumento nell’area “Crescita economica”, anche se in quest’area non va sottovalutato il dato non positivo della caduta del “PIL” regionale superiore alla media nazionale. A livello generale, per il “RUICS 2012” non si segnalano significative variazioni relativamente al posizionamento nella gran parte delle regioni italiane: continua quindi ad esserci un blocco di regioni leader, rappresentato da Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, alle quali si agganciano anche Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e, un po’ più indietro, Friuli Venezia Giulia e Liguria. L’Umbria continua ad essere in un secondo gruppo di Regioni “all’inseguimento”, (Toscana, Veneto, Abruzzo, Marche, Umbria) con performance nella media, in cui da un anno all’altro possono verificarsi oscillazioni anche lievi che si riflettono sensibilmente sulla graduatoria finale. In fondo, decisamente più distante, il blocco delle regioni meridionali. Progetto TerrEvi: la Regione Umbria è stata selezionata come uno dei dieci casi studio nell’ambito del progetto “ESPON TerrEvi” che si focalizza sulla produzione di dati e fatti utilizzabili nello sviluppo dei programmi finanziati con Fondi strutturali per il periodo 2014-2020. In particolare “ESPON” è uno strumento utile a fornire informazioni comparabili, dati, analisi e scenari sulle dinamiche territoriali, che mettono in luce i “capitali” territoriali e le potenzialità delle regioni e delle aree vaste. A tal fine è stato redatto un report che analizza la situazione della Regione nell’ottica dello sviluppo della nuova programmazione comunitaria 2014-2020 e del raggiungimento dei tre obiettivi della strategia Europa 2020. Per l’elaborazione dello studio il team TerrEvi ha organizzato un workshop con le competenti autorità regionali incaricate della programmazione 2014-2020 che ha permesso di definire l’impostazione del report con i conseguenti indicatori utili da esaminare che per l’Umbria sono crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.