di Gianfranco PARIS
Il mio articolo sul bengodi dell'ATER di Rieti ha suscitato la reazione di alcuni sindacalisti e anche di qualche singolo dipendente. Sono accusato di aver fatto di tutta l'erba un fascio. Addirittura il Segretario della UGL Palmerini usa la parola vergogna per bollare d'infamia le mie affermazioni, mentre la CGIL minaccia querele. Si tratta dei soliti metodi intimidatori che lasciano il tempo che trovano, mentre dimostrano che razza di gente frequenta le sedi dei sindacati. Mi sarebbe facile rispondere polemicamente, ma preferisco approfondire i metodi della gestione dell'ente che dimostra come i sindacati ed il personale che protesta non hanno ragione, anche se c'è sempre qualcuno che paga una situazione di cui non è responsabile, ma deve subire perché ricattato e costretto al silenzio perché non condivide certe cose. Ma procediamo con ordine. Quando la politica italiana decise di trasformare i vecchi Istituti delle case popolari in Aziende, lo fece perché i tempi erano cambiati e bisognava attrezzarsi meglio. Il Consiglio di Amministrazione dell'Azienda reatina fu composto solo da uomini di partito. Valentino Antonetti, che proveniva dalle file del PdCI, ma finito nel PD, ne divenne presidente; Carlo Giorgi, che proveniva dalla Margherita, ora all'IdV, ne divenne Vice Presidente; Sauro Casciani, anche lui dell'IdV, divenne membro del CdA, insieme al dott. Cecchetelli, dei verdi, a Francesco Monaco ex DC, tutti che avevano collaborato per la rielezione di Melilli, che ne benedisse la nomina, e Scarinci Leonardo ex AN in quota opposizione, oggi vicino a Cicchetti. Costoro ereditarono 27 dipendenti ed un patrimonio in via di liquidazione. La prima decisione presa, in armonia con le più alte ambizioni manageriali, fu quella di portare il personale a 50 dipendenti, cioè di raddoppiare il personale, e ciò fu fatto, come ho già ricordato, con l'applicazione la più stretta del manuale Cencelli di democristiana memoria, raddoppiando i costi. Poi fu scelta una sede più adeguata a tali ambizioni e le spese aumentarono ancora.
Era facile prendere una tale decisione perché tanto i soldi non erano i loro, sarebbero comunque ricaduti sulle nostre spalle attraverso la Regione. Infatti l'ATER di azienda privata ha solo il nome perché i soldi per i programmi sono i nostri e quando non si rischiano soldi in proprio tutti sappiamo come va a finire. Ma ciò non bastava. Si sa che le fauci del sottogoverno non si saziano mai, così ben presto i costi furono aggravati da collaborazioni esterne, da incarichi professionali, da promozioni per scorrimenti di vecchie graduatorie e di vecchi concorsi interni ed esterni, così è accaduto ben presto che i laureati sono rimasti sotto e i diplomati sono diventati quadri. E tutto questo ha aumentato a dismisura i costi del carrozzone il quale ora non è più in grado di andare avanti perché non ci sono più i soldi e non si può nemmeno adempiere agli impegni presi. Tutto questo è avvenuto nel rispetto di tutte le regole che presiedono alla spartizione partitocratica e sindacale che ha premiato i più forti e messo in soggezione i meno protetti con minacce e ricorsi, come è venuto fuori dagli articoli pubblicati su Roma Regione da Mariangela Lanzara e dalle lamentazioni di qualche dipendente pervenutemi dopo la pubblicazione del mio articolo “Bengodi all'ATER”. E nella copertura i dirigenti sono stati molto bravi ricorrendo ad una attenta soddisfazione di interessi concreti sia guardando a sinistra che a destra. Pensate che ad esempio per gli incarichi professionali di natura giudiziaria si sono scelti due avvocati uno militante di sinistra ed uno di destra, gente bene in vista nella vita politica locale. Non se ne poteva fare a meno? A Rieti ci sono ben 450 avvocati! Il signor Palmerini, Segretario prov.le della UGL di Rieti ( la UGL è l'organizzazione sindacale della quale è stata segretaria nazionale la Polverini, ora Presidente della Regione Lazio), bolla come vergognosa la mia affermazione che un tale metodo di assunzione e di spartizione del potere ha reso tutti i dipendenti complici di quel che è accaduto. Palmerini è fratello della dipendente dell'ATER Carla Palmerini, simpatizzante di destra quando è entrata in azienda, sfumata a sinistra durante la campagna elettorale per le provinciali quando erano candidati Melilli per la sinistra e Costini per la destra, la quale ha fatto una carriera folgorante nell'azienda. La CGIL invece ha reagito con minacce di querele. E' un vecchio metodo che può solo spaventare i pavidi, come accade all'interno dell'ente stesso contro i dipendenti che non vogliono stare al gioco. Questi signori hanno invertito la funzione del sindacato. Essi dovrebbero tutelare i dipendenti di un ente nel loro complesso, invece accade il contrario, si tutelano solo interessi individuali in perfetta sintonia con le matrici politiche di riferimento, ma non basta: un sindacato dovrebbe svolgere l'azione di tutela dei lavoratori anche sorvegliando quel che accade nella gestione dell'azienda stessa perché il buon andamento dell'azienda è il presupposto per il benessere degli iscritti. E' fresca fresca la notizia che il Direttore generale Maurizio Rosati ha firmato la notifica di un provvedimento disciplinare a carico di Mariangela Lanzara, dipendente dell'ATER, rea di aver violato l'obbligo di fedeltà all'ente per aver scritto un paio di articoli sul giornale on-line Roma Regione senza la preventiva autorizzazione dell'ente. A parte la più grossolana ignoranza delle norme che regolano la materia sindacale con particolare riferimento ai provvedimenti disciplinari che esporrà l'ATER ad un'ulteriore brutta figura, il fatto dimostra come i dirigenti dell'ATER praticano forme violente di intimidazione verso i dipendenti allo scopo di non far conoscere quel che si decide ed accade nelle stanze dei bottoni. Che ne dicono UGL e CGIL? Ciò che viene fatto agli altri, presto può essere fatto anche a te. Mi piacerebbe sapere che ne pensa il segretario regionale della CGIL Di Berardino! Ma ancora, la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti sulle spese spropositate portate in bilancio per consulenze esterne. Le attività richieste agli esterni potrebbero ben essere svolte dai dipendenti dell'ATER, abbiamo visto che ce ne sono 50 per una attività che un privato svolgerebbe appena con 5 persone ( in questo momento poi non fanno più quasi niente perché non ci sono soldi), perché l'UGL e la CGIL non intervengono a tutela della professionalità dei loro iscritti? Un sindacato che ha l'ambizione di chiamarsi tale dovrebbe essere intervenuto da tempo. O è sufficiente solo garantire carriere ai propri iscritti o ai propri parenti? E io dovrei vergognarmi di richiamare la vostra attenzione su queste cose? Ancora secondo Palmerini sono io che dovrei denunciare alla Procura della Repubblica le storture che avvengono dentro l'ATER di Rieti. Una bella pretesa. Io scrivo su giornali, non sono un ufficiale di Polizia Giudiziaria, e rispondo di quel che scrivo di persona. Se la CGIL farà querela, risponderò nella dovuta sede come è nel mio diritto, e forse potrebbe essere l'occasione giusta per la Procura della Repubblica di raccogliere maggiori elementi su una vicenda dell'Italia moderna di cui tutti, e non io solo, dovremo vergognarci!