<< Una maggiore tutela del tartufo nero più esposto a danni da parte dei cavatori scorretti, che possono essere smascherati e individuati attraverso controlli alle ditte acquirenti, utili a stroncare l’utilizzazione e l’acquisto di tartufi immaturi >>. Questi i presupposti sui quali il Capogruppo regionale del PSI, Massimo BUCONI (nella foto), ha dato vita ad una proposta di legge contenente modifiche sostanziali rispetto all'attuale quadro normativo regionale. Dopo “una attenta analisi storica e sul campo (attraverso i cavatori professionisti)”, BUCONI punta su “una nuova stagione di tutela e di studio per il prezioso "nero" di Norcia e di Spoleto (tuber melanosporum)”. Tra le modifiche legislative più significative previste da BUCONI: incentivi alle aziende e in particolare ai giovani che intendono avviare attività di allevamento di bestiame allo stato semibrado nelle aree a vocazione tartuficola e revisione della disciplina di pascolo caprino nelle aree sempre vocate; incentivi adeguati per impiantare tartuficoli razionali nelle aree ad alta vocazione e per le specie di tartufo sperimentate con esito soddisfacente; un’azione di contenimento della popolazione di alcuni selvatici, in particolare del cinghiale attraverso un meccanismo venatorio più appropriato e controllato; la revisione delle norme che regolano l’esercizio del pascolo nei boschi e nei pascoli erborati in particolare quello caprino. << Un importante obiettivo - ha dichiarato l’esponente del PSI - è rappresentato dalla eliminazione del limite di 3 ettari nella concessione delle tartufaie controllate dei tartufi neri, perché queste tartufaie spariscono se l’opera dell’uomo o attività ad essa collegata non assicurano la giusta condizione ambientale.
È necessario eliminare le difficoltà ad eseguire le cure colturali nelle tartufaie dei siti ove vigono alcuni vincoli ambientali. E’ noto che le tartufaie spariscono se l’opera dell’uomo o azioni ad essa collegate, ad esempio l’esercizio del pascolo caprino, non assicurano le giuste condizioni ambientali. In passato le produzioni di tartufo erano notevoli: da un carteggio del Prof. FRANCOLINI (docente universitario) emerge che nel mercato di Spoleto si sono venduti 30mila kg di tartufi. Siamo alla fine del ‘800. Nella prima decade del ‘900 la produzione già scendeva a quota 25mila. Le produzioni attuali sono di gran lunga inferiori: c'è stato un decremento del 60% delle tartufaie nella dorsale appenninica Spoleto-Trevi e del 70% nella media e alta Valnerina. In base a questo quadro serve una stagione di tutela perché il tartufo rappresenta la grande ricchezza, sotto forma anche di turismo enogastronomico, dell’Umbria e in particolare dei piccoli e medi comuni montani. Un ruolo importante per la ricostruzione e rinascita di tartufaie - ha concluso BUCONI - viene svolto proprio dal pascolo allo stato brado o semi-brado che permette di far circolare in più territori le spore del tubero nero >>. Per sottolineare l’importanza economica che il tartufo riveste per l’Umbria, BUCONI presenterà a Norcia, durante la 48^ edizione di “Nero Norcia”, la sua proposta di legge il prossimo 27 febbraio, questo nell’ambito del convegno dal tema “Panorama delle leggi regionali italiane sul tartufo - Congruenze ed incongruenze”.