<< Ogni anno in Umbria vengono bruciati 500 milioni di euro a causa di Lotto, Enalotto, Gratta e Vinci e slot machine. Intere famiglie si sono rovinate con il “Gratta e Vinci” e l’usura trova terreno fertile in questo settore >>. Questa la risposta del Presidente della Fondazione “Umbria contro l’usura”, Alberto BELLOCCHI, al Presidente della I Commissione consiliare di Palazzo CESARONI (nella foto) che, durante l’audizione, ha chiesto conto delle attività della Fondazione in vista della relazione annuale da consegnare al Consiglio. BELLOCCHI ha detto che la Fondazione ha ricevuto << … un mare di richieste d’aiuto >>, già più di cento solo dall’inizio di questo anno, per lo più da famiglie, piccoli negozi e piccole imprese artigiane, ed ha spiegato in che modo questi soggetti arrivano a trovarsi nella necessità di essere aiutati: << … ci sono famiglie che contraggono troppi mutui o si lanciano inconsapevolmente nei finanziamenti rateali, e quando viene meno uno dei redditi familiari entrano nel giro degli special-prestiti e dei finanziamenti ad interesse elevato, finendo per indebitarsi nel giro di un anno fino a 20/30mila euro e cadendo poi nelle mani degli usurai. E’ stato così anche per 5 o 6 negozi del centro storico di Perugia e analoghe attività nel centro di Terni. Abbiamo anche diversi casi di famiglie che si sono indebitate a causa delle restrizioni sulle pensioni di invalidità, dove l’introito dell’accompagnamento per l’indennità era divenuto il terzo stipendio di casa, utile per pagare il mutuo >>.
Quindi, il Presidente della Fondazione ha potuto anticipare anche i dati che confluiranno sulla relazione 2010 delle attività svolte (la Commissione lo ha convocato per la relazione 2009, inviata in Aula all’unanimità), ed ha ribadito che gli interventi sono sia in favore di chi è già parte lesa in un processo penale avviato, sia preventivi, << … per chi è già in serie difficoltà con le banche >>. Gli interventi di sostegno economico arrivano fino a 150.000,00 euro, per casi particolari, mentre in media sono di 30/40mila euro. Sempre relazionando sulle attività della Fondazione, BELLOCCHI ha informato che il problema originatosi con la collaboratrice “infedele” che si era appropriata per scopi personali di somme di denaro destinate alla lotta contro l’usura si è risolto con la condanna a tre anni della donna e l’obbligo, sancito dalla Corte dei Conti, di risarcire 300.000,00 euro per danni erariali, mentre è iniziata la causa civile per il danno all’immagine.