Il Natale umbro si arricchisce di un nuovo evento che sarà una vera goduria per i più golosi. Dal 24 dicembre al 6 gennaio, nell’ambito della rassegna “Presepi d’Italia”, si svolgerà la “Festa della Nociata”, un prelibato torrone preparato con una antica ricetta che risale a fine ‘800, attribuita a Sigismodo RANUCCI , un giovane massetano che aveva girato parecchio in Italia ed Europa, fino ad arrivare a Copenaghen, il quale quando tornò preparò per Natale un nuovo torrone nel bar che ancora oggi si affaccia sulla piazza del paese. Nel giro di pochi anni quel torrone di miele, chiare d’uovo e noci, avvolto in foglie d’alloro usate come involucro e per il loro gradevole aroma, diventò la specialità di Massa Martana, fino ad affermarsi come l’unico torrone umbro. Ma questa non è l’unica particolarità della Nociata, perché è anche un dolce che viene preparato dagli uomini di casa per le feste di Natale! Ed il bello è che ne sono orgogliosi, ne parlano con gli amici ed ognuno custodisce il suo piccolo segreto per fare il dolce di Natale più buono degli altri. Da sempre, la preparazione della Nociata è un rito di devozione e fatica che coinvolge tutta la famiglia perché richiede tre lunghe ore di preparazione e servono le forti braccia degli uomini per mescolare un impasto che si fa sempre più compatto, fino a prendere la forma di un delizioso torrone che profuma di miele, uova, noci e di alloro.
Da sempre, a Massa Martana la Nociata è il dolce che viene consumato nelle case durante tutto il periodo natalizio. Da sempre, viene donata agli amici ed offerta agli ospiti, mentre ci si scambia gli auguri di Buon Natale. Quest’anno, durante la mostra “Presepi d’Italia”, nel centro storico di Massa Martana sarà allestito un stand dove faranno bella mostra: la “storia della Nociata”, la “Ricetta della Nociata”, una ricca rassegna stampa, l’illustrazione delle varie fasi della sua preparazione, gli ingredienti impiegati, oltre ad una maxi esposizione di torroncini di “Nociata” prodotti dai due forni locali. Il momento saliente della festa sarà la sera di Santo Stefano, quando nella piazza del centro storico, si potrà assistere e partecipare alla preparazione della Nociata. Verso le tre del pomeriggio gli uomini del paese sistemeranno in piazza il vecchio tamburlano, una specie di sgabello che serve sia per star seduti mentre si mescola l’impasto e sia per incastonare il caldaio di rame sotto il quale arde il fornello. Si metteranno nel caldaio 7 chiare d’ovo per ogni kg di miele e si comincerà a cuocere il tutto a fuoco lento. Più tempo passerà e più fatica ci vorrà per mescolare l’impasto, allora gli uomini, compresi i turisti, faranno a gara per dare il loro aiuto e si andrà avanti così per 3 ore, fino a quando il grosso mestolo di legno starà da solo in piedi al centro del caldaio. A questo punto è arrivato il momento di aggiungere le noci e di amalgamare bene il tutto, quindi si rovescerà l’impasto su un tavolo di marmo e quando ancora sarà bollente gli uomini del paese lo modelleranno, con le mani nude, fino a formare le Nociate che saranno offerte ai presenti tra due foglie di alloro.