di Gianfranco PARIS
Ci sono voluti vent'anni per accertare che Silvio BERLUSCONI ha impostato la sua vita di imprenditore privato prima e di uomo pubblico poi con metodi di arricchimento illegali e truffaldini. Ha iniziato la sua carriera di palazzinaro pagando tangenti come imprenditore dell'edilizia. Ha comprato quasi tutte le antenne private che erano nate alla fine degli anni '70 con i soldi della BNL, che gli concedeva prestiti su ordine di CRAXI senza alcun controllo di esposizione. Quando il Parlamento si accorse di quel che accadeva e decise di interrompere il monopolio del privato che stava nascendo oscurando la sua Rete 4, CRAXI tornò di corsa in Italia dall'estero per evitare la chiusura che stava diventando operativa. Quando CRAXI cadde la situazione delle sue aziende era disperata perché piene di debiti. Con nuovi amministratori alla BNL, avrebbe potuto fallire da un giorno all'altro. Fu quello il momento dell'inizio del suo sodalizio con DELL’UTRI. Un discusso siciliano in odore di mafia, come molte sentenze hanno attestato. Dalla Sicilia arrivarono i primi capitali per far fronte al rischio fallimento derivante da una esposizione debitoria insostenibile. E con i capitali arrivò ad Arcore anche lo “stalliere” a tutti noto. Ma non bastava. Allora entrò in politica. Bisognava sostituire il protettore con una presenza di maggior garanzia. MONTANELLI riportò fedelmente il contenuto del suo colloquio con il Berlusca su questo punto.
Entrato in politica occorreva impadronirsi al più presto della maggior fetta possibile di potere. Fece le cose in grande da imprenditore privato servendosi del potere mediatico che CRAXI e la BNL gli avevano regalato. Utilizzò tutti gli strumenti della propaganda con i suggerimenti dei migliori professionisti del mondo senza badare a spese. Gli italiani, si sa, sono un popolo che viene da secoli di servilismo e di grassa ignoranza. A maggioranza analfabeta fino alla fine della seconda guerra mondiale. Con un materiale umano di questo tipo è stato semplice catturarne il consenso. Sono stati utilizzati tutti i trucchi del mestiere. La bandiera italiana è diventata il simbolo di un partito politico. La nazionale italiana ed i suoi colori sono stati messi al suo servizio. Gli stadi italiani sono ancora frequentati da tanta gente analfabeta che ha imparato a leggere e scrivere alla scuola media unificata, ma che non è in grado di capire perché la scuola italiana fa pena. La demagogia ha superato perfino quella di MUSSOLINI che in materia non scherzava di certo. Per consolidare il potere è riuscito ad asservire al suo carro anche il movimento leghista, nato sulla protesta contro lo stato oppressore, ma tosto diventato tutore degli interessi più beceri della piccola borghesia egoista del nord del Paese. La sinistra non è stata in grado di smascherare il suo gioco, anzi l'ha il più delle volte assecondato per stupidi calcoli di generali da quattro soldi. Solo la Magistratura ha cercato di fare il suo dovere. Ma gli ostacoli sono stati troppi. Sono state approvate dal Parlamento leggi ad personam per rendere vane anche le decisioni dei giudici. Solo il fisco lo ha tradito. Così come accadde ad AL CAPONE in America. Ma AL CAPONE finì in galera per espiare la pena. Nella Repubblica Italiana non bastano nemmeno le condanne per far espiare la pena ai pregiudicati. Erano più di dieci anni che non si riusciva più a parlare di amnistia e condoni. Con l'avvicinarsi delle probabili condanne del Berlusca è stato riaperto anche questo capitolo. E' stato approvato un condono che addirittura abbuona tre anni di carcere e, tanto bene, operativo per tutti i reati di cui lo stesso era imputato. Così dopo una dura condanna per il reato più infamante per un uomo politico con mansioni di statista, evasione fiscale a danno dello stato e della collettività, è rimasto un solo anno da scontare. Ma nemmeno questo sarà scontato. La pena deve essere rieducativa e il condannato può chiedere di essere ammesso ai servizi sociali. Così ora quei "cattivoni" dei Pubblici Ministeri, responsabili di tutte le sue sventure(!), hanno dato il parere favorevole. Ovviamente in tutto questo c'entra la politica. Malgrado tutto questo ancora qualche milione di italiani gli corre dietro. Alle ultime elezioni, sia pure in calo, per demerito dei suoi avversari è riuscito ad ottenere un potere condizionante del Governo. Così oggi, agitando il potere di ricatto di voto negativo alle riforme proposte da RENZI, non lo si può confinare nemmeno agli arresti domiciliari per i pochi mesi residui di una condanna che suona una beffa per tutti noi. Bisogna accontentarlo poverino, ha bisogno di mani libere per fare la campagna elettorale delle europee. E i tanto cattivi giudici, da lui sbeffeggiati e offesi per venti anni, si debbono allineare(!) L'assegnazione ai servizi sociali prevede qualche ora alla settimana di servizio presso una associazione assistenziale. Una vera presa per il sellino di tutta la comunità civile italiana. Mentre tutto questa accade le carceri italiane rigurgitano di giovani colpevoli di uso e spaccio di piccole dosi di droga e di giovani extracomunitari rei di voler lasciare i loro paesi dove è impossibile una vita civile. Il troppo affollamento rende le pene una vera e propria tortura. Ma non basta. Proprio in questi giorni è diventata definitiva una condanna inflitta a DELL’UTRI, sodale di BERLUSCONI da venti anni. Si tratta di reati di mafia. Ma proprio quando sono andati a prenderlo si è scoperto che era all'estero per curarsi. Nessuno si era peritato, in attesa della decisione della Cassazione, di ritirargli il passaporto! Questo è lo stesso stato che tanto zelo dimostra contro i piccoli spacciatori di droga e gli extracomunitari. Per fortuna che in questo caso hanno rimediato i servizi segreti libanesi che lo hanno acciuffato in un albero di lusso a Beirut, e non in una casa di cura! Così ora, ad un pregiudicato che la Magistratura ha condannato per evasione fiscale ai danni dello stesso stato del quale era presidente del consiglio dei ministri, anziché fargli scontare la pena gli si consente di operare in campagna elettorale per continuare come prima e più di prima, e speriamo che con DELL’UTRI non accada la stessa cosa o giù di lì, consentendogli di farsi beffe di noi tutti e godersi il ricco vitalizio di senatore. Cose di questo genere non accadono nemmeno nelle repubbliche delle banane. Lì sono più seri, valgono le regole della forza bruta. La legge la fa il più forte, ma almeno la fa rispettare. Qui da noi invece le leggi le rispettano solo i fessi, ed il popolo è contento così perché in fin dei conti se tanti italiani non votassero per il Berlusca, tutto questo non sarebbe stato possibile.