Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
<< L’Umbria con i suoi 880.000 abitanti può essere equiparata, demograficamente, a una Circoscrizione di Roma, ma al suo interno c’è un assurdo squilibrio territoriale e demografico fra le Province di Perugia e Terni. Questo, tradotto in numeri, si sintetizza così: territorio della Provincia di Perugia circa 6.300 kilometri quadrati; territorio della Provincia di Terni 2.100 kilometri quadrati; abitanti della Provincia di Perugia 662.000; abitanti della Provincia di Terni 228.000. Questi dati evidenziano uno squilibrio così marcato fra le due realtà territoriali da influenzare negativamente l’attrattività e la competitività di una parte dell’Umbria rispetto all’altra con effetti negativi sia sul versante economico sia su quello sociale. Una Regione piccola, come lo è l’Umbria, rischia di implodere se non ridefinisce un’equilibrata ripartizione del territorio unendo le comunità che hanno, per storia, cultura e interessi economici, radici comuni capaci di alimentare positive sinergie. Oggi siamo di fronte ad una politica della Regione che volutamente concentra risorse e investimenti per le infrastrutture (areoporto Sant’Egidio a Perugia, quadrilatero, alta velocità, Ferrovia Centrale Umbra), per i centri direzionali di enti e servizi pubblici (trasporti, sanità, turismo, Camere di Commercio), per le sedi istituzionali e per l’Università sull’asse Perugia-Foligno marginalizzando il resto dell’Umbria e in particolare la parte Sud.
Così facendo si amplifica il divario fra le diverse realtà territoriali e si alimentano insoddisfazioni all’interno delle diverse comunità, al punto da mettere a rischio la stessa tenuta unitaria dell’Umbria. Regione Umbria che è sempre più impegnata a concentrare nel capoluogo ruoli, funzioni e competenze al fine di poter rivendicare per Perugia, nell’eventualità della costituzione delle macro regioni, la sede istituzionale e amministrativa di riferimento per Marche, Umbria e Toscana. Si sta concretizzando, di fatto, l’idea di trasformare l’Umbria in “città-regione Perugino centrica” relegando gli altri territori a semplici periferie con Terni, Spoleto e la Valnerina sempre più marginalizzate. Le responsabilità di tale situazione, com’è ovvio, non sono solo da addebitare alla politica regionale ma anche alla pochezza di molte Amministrazioni locali non in grado di opporsi a questa scellerata scelta, sia per ragioni di schieramento politico sia per manifesta incapacità. E’ ancor più impellente, visto l’esito del Referendum Costituzionale che ha riconfermato l’esistenza delle Province, la mobilitazione di singoli soggetti e forze organizzate, al di là della collocazione politica, al fine di rivendicare l’avvio di una riforma del sistema istituzionale dell’Umbria che approdi a un razionale riequilibrio territoriale delle due Province.
Unione Civica per Terni s’impegnerà concretamente in questa direzione dichiarandosi, sin da ora, disponibile a un confronto con tutti quelli che intendono condividere tale problema. In questo contesto sono già intercorsi contatti con il Comitato “Spoleto In Provincia di Terni” che sostiene la necessità che le comunità di Spoleto e dei comuni della Valnerina (complessivamente circa 54.000 abitanti e 950 kilometri quadrati di superficie) siano messe nelle condizioni di esprimersi sul proprio eventuale ingresso all’interno della Provincia di Terni. Contatti che fin dai prossimi giorni si tradurranno in un formale incontro nel quale definire una comune strategia e un programma di iniziative pubbliche tese a spiegare alla cittadinanza l’utilità, per le singole comunità e per l’Umbria, di unire territori che per vocazioni, storia, contiguità geografiche e per opportunità di sviluppo possono condividere un impegno all’interno di un comune riferimento istituzionale quale la Provincia di Terni >>.