Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< L'Italia ha una cultura enogastronomica universalmente riconosciuta dovuta alla straordinaria varietà di prodotti tipici che interessano aree territoriali ben delimitate. Da più di vent’anni, al fine di tutelare le proprie produzioni di qualità, l’Italia ha scelto di seguire la strada del quadro normativo comunitario relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli ed alimentari (Reg. CEE n°2081/92 del Consiglio del 14/07/1992), vedendo nello stesso l’unico strumento di tutela delle produzioni di qualità che, al contempo, considerando la stretta connessione tra prodotto/cultura/economia, rappresentasse anche una leva per salvaguardare interi territori dall’abbandono delle produzioni e dall’esodo delle genti verso mete più ricche. Infatti, citando testualmente dalla pagina Internet istituzionale del Mipaaf, “… il sistema delle Indicazioni Geografiche dell'Ue, infatti, favorisce il sistema produttivo e l'economia del territorio; tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell'intera comunità …”. Un sistema vincente finalizzato ad evitare che le “commodities” sovrastino le “specialities” coincidenti, appunto, con le produzioni di qualità tutelata, le uniche che rappresentano la tradizione enogastronomica italiana nel mondo.

 

Questo sistema di tutela comunitario, che dal 1992 si è evoluto sino ad arrivare alla terza revisione nel 2012 (Regolamento Reg. UE 1151/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari) ha fatto sì che, citando testualmente dalla pagina internet istituzionale del Mipaaf l’Italia sia “… il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea. Un'ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine …” (www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/309). Ad oggi (25/09/2017), su 1.406 prodotti registrati in UE come DOP/IGP/STG, ben 293 sono italiani, con oltre 1/5 di rappresentanza rispetto al totale; di questi, 166 sono prodotti a Denominazione d'Origine Protetta, 125 ad Indicazione Geografica Protetta e 2 sono registrati come Specialità Tradizionale Garantita. I 125 prodotti a IGP rappresentano quindi il 43% dell’intero paniere nazionale ed è chiaro che dire nella “Videointervista del Corriere.it” (cfr. www.corriere.it/video-articoli/2017/09/13/mortadella-maiali-viaggio-dentro-l-allevamento-suini-piu-grande-d-europa/c5019576-9847-11e7-b032-1edc91712826.shtml) che è credenza popolare il fatto che le IGP siano produzioni controllate, è affermazione erronea, denigrante ed irrispettosa nei confronti del sistema di controllo e tutela che coinvolge Ministero, Regioni, Province Autonome, organismi di certificazione e consorzi di tutela. Tra questi, il Consorzio di Tutela della IGP Prosciutto di Norcia intende comunicare pubblicamente il proprio dissenso rispetto a quanto asserito nel corso della videointervista citata e ritiene di particolare gravità il parere generalizzato che “… l’IGP la faranno coloro che hanno l’interesse a mescolare le carte …” e che “… l’IGP c’ha un marchietto che non significa nulla …”. Appena ho appreso l’esistenza di tale videointervista ho ritenuto opportuno verificarne i contenuti; tuttavia a causa degli impegni come presidente del Consorzio di Tutela della IGP Prosciutto di Norcia e nella veste istituzionale che ricopro nella Pubblica Amministrazione, solo oggi ho avuto la possibilità di esprimere le considerazioni appresso riportate.

È di lapalissiana evidenza il fatto che “… grazie alla certificazione comunitaria si danno maggiori garanzie ai consumatori …” riferita ai prodotti DOP/IGP/STG e che gli stessi hanno “… un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti …” (cfr. www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/309); è sbagliatissimo dire che le produzioni di qualità tutelata non vengono controllate, ciò significa annientare il 43% dell’intero paniere nazionale del “tipico” oltre a non conoscere la normativa, il sistema di controllo ed il sistema di vigilanza che sta dietro i prodotti di qualità tutelata; prodotti di qualità che fanno dell'Italia il primo paese europeo per tipicità, uno status che certamente non deve essere bistrattato facendo di casi isolati, “tutta l'erba un fascio”, con ulteriore aggravante nel momento in cui vengono chiamati in causa prodotti IGP che interessano territori recentemente martoriati dalla furia della natura. Premesso che la disciplina comunitaria relativa alle caratteristiche di DOP/IGP/STG è ben specificata nel Reg. UE 1151/2012, nell’ottica della trasparenza, a livello nazionale, il Mipaaf pubblica nel proprio web-site (cfr. www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3338) tutti i disciplinari di produzione dei prodotti di qualità; questi riportano le caratteristiche che gli stessi devono avere in accordo alla citata disciplina comunitaria. Il consumatore può così verificare in prima istanza ed in funzione dei propri gusti, quale prodotto scegliere nel “mercato di qualità”. È opportuno ricordare che il prodotto DOP/IGP/STG arriva nel mercato solo dopo essere stato “certificato”, ovvero solo dopo che l’organismo autorizzato dal Mipaaf a svolgere i controlli ha effettuato tutte le valutazioni di conformità ed appurato il rispetto dei requisiti di conformità descritti nel disciplinare di produzione; prodotto su cui, oltre alle Pubbliche Amministrazioni, vigila con azioni mirate e puntuali il Consorzio di Tutela autorizzato dal Mipaaf che ha il compito, tra gli altri, anche di verificare/vigilare che nel mercato si mantengano le condizioni che hanno consentito la certificazione del prodotto e quindi il rispetto dei requisiti di conformità dello stesso, oltre alle altre azioni di tutela, salvaguardia e promozione di competenza.

Tutte attività che nel sistema relativo ai prodotti di qualità tutelata mirano alla salvaguardia del prodotto ed a favorire il sistema produttivo e l'economia del territorio. Relativamente alla IGP Prosciutto di Norcia, da una verifica fatta congiuntamente con l'organismo di certificazione 3A PTA, risulta che tutti i suini sono allevati in Italia e i pochi capi che arrivano dall’estero sono “lattoni” di peso inferiore a 30 kg, ovvero suini che devono ancora essere svezzati e quindi alimentati come previsto dal disciplinare di produzione. Si consideri che tutti i soggetti di filiera sono sottoposti a controlli efficaci che talvolta prevedono anche una attività congiunta di questa azione mirata di controllo in campo su tutti i soggetti a partire dall'allevamento per arrivare al macello, al laboratorio di sezionamento fino agli stabilimenti di lavorazione, i prosciuttifici, la vera anima del prodotto di qualità tutelata in questione, la cui tradizione affonda le proprie radici in un passato così lontano che addirittura il termine “norcino” viene descritto nel vocabolario italiano ed identifica “colui che macella il maiale e si occupa di lavorarne le carni” >>.