Nella serata di domenica scorsa, si sono conclusi i dieci giorni più intensi dell’anno (nella foto). Ancora una volta la quantità di visitatori ha dato ragione alla geniale idea che ebbero ventinove anni fa i fondatori della festa. Una formula vincente che mette insieme passione, studio, cultura, gioco, spettacolo. La rappresentazione della vita quotidiana della Bevagna tra 1250 e 1350, con i suoi vestiti, i suoi cibi, i suoni, le gioie e i dolori. Un racconto collettivo in cui ogni cittadino può scegliere il proprio posto: si può essere semplici spettatori o partecipare. Si può recitare o montare scene, si può cucinare o cucire abiti, ciascuno con le sue qualità e con le sue competenze. I nonni, i nipoti, gli adulti, i giovani, gli uomini e le donne, un popolo variegato che trova nella preparazione della festa e nella sua realizzazione un filo conduttore che accompagna l’intero anno. Onore alla Gaita San Giovanni che ha portato a casa l’ambito Palio, ma un meritato plauso va, naturalmente, anche alle altre tre Gaite, San Giorgio, Santa Maria e San Pietro, per aver reso possibile un sogno collettivo che per dieci giorni l’anno diventa realtà.
<< Senza timore di peccare di presunzione, possiamo affermare - si legge in una nota dell'Associazione Mercato delle Gaite - che anche quest’anno la sfida è stata vinta, nonostante le difficoltà economiche con cui è stata affrontata l’edizione del 2018 e consapevoli degli aspetti da migliorare e dei necessari aggiustamenti per rendere la festa sempre più accogliente e fruibile per i visitatori. Ora Bevagna e le sue Gaite, potranno godere del meritato riposo, per tornare con più energia a lavorare per il trentennale. Manca solo un anno! >>.