<< Il Consigliere provinciale Luca BALDELLI e l’Assessore Giuliano GRANOCCHIA (nella foto) - si legge in una nota del Gruppo del Partito della Rifondazione Comunista, in seno al Consiglio provinciale di Perugia - manifestano la loro soddisfazione per il voto espresso dal Consiglio provinciale sullo Statuto: il tentativo della destra e di altri settori politici di confessionalizzare lo Statuto provinciale, inserendo il nome dei Santi Francesco e Benedetto e dando rilievo solo ed esclusivamente alle radici cristiane della nostra Provincia, come se non esistessero secoli di tradizione laica, anticlericale, risorgimentale nella nostra collettività provinciale, sono stati battuti dalla fermezza del PRC e di tutta la maggioranza. Lo Statuto cita unicamente, nella formulazione definitiva (approvata a maggioranza, con voto contrario di tutto il centrodestra e dell’UdC), le “radici religiose e laiche” della nostra Provincia, nonché le sue “tradizioni democratiche, laiche, antifasciste, plurali”, che hanno visto fianco a fianco credenti e non credenti in momenti centrali della storia, a partire dalla Resistenza. Si è sgomberato il campo, con la dicitura “radici religiose e laiche”, da ogni primato esclusivista della religione cristiano-cattolica a scapito di altri culti (esistenti ed operanti da secoli nel nostro territorio, o comunque con storiche radici secolari) e, soprattutto, della laicità delle istituzioni, dando ragione a quanto il PRC ha da sempre sostenuto: citare i Santi e le radici cristiane come uniche fonti normative è inaccettabile in linea di principio; assolutamente inopportuno e sconveniente è poi citare solo alcuni Santi, come se ce ne fossero alcuni che valgono più di altri.

C’è un richiamo alla storicità della presenza in Umbria dei centri della spiritualità cristiana, subito contestualizzato in un quadro di impegno comune di credenti e non credenti nelle istituzioni, di impegno per la pace e la reciproca comprensione tra i popoli, di superamento di ogni barriera religiosa e culturale in un unitario quadro democratico e pluralista, di valorizzazione del “lavoro e del merito” (concetti precedentemente mai richiamati in forma esplicita). Lo Statuto, con questa formulazione - conclude la nota del PRC - continua ad essere davvero la casa comune di tutti, e non diventa un testo prevaricante gli altri culti e la laicità dello Stato e delle istituzioni, laicità che significa rispetto del retaggio storico cristiano, ma in un quadro di rispetto, parità ed eguaglianza per tutti i culti e per chi non segue alcun tipo di culto. L’impegno del PRC sarà ora particolarmente forte per inserire, nello Statuto, il concetto di acqua come bene comune non mercificabile >>.