<< L’ultimo atto della Comunità Montana Valnerina non è andato in scena per mancanza … di attori - è quanto commenta amaramente Nicola ALEMANNO (nella foto) all’indomani del Consiglio della Comunicato Montana Valnerina andato deserto per mancanza del numero legale nello stesso giorno in cui la Regione Umbria pubblicava la legge regionale 23 dicembre 2011 n°18, ennesima riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali, con cui si sancisce, tra l’altro, la chiusura della Comunità Montana Valnerina (CMV). Ancora una volta mi sono trovato solo a difendere il nostro territorio. Questa volta solo e anche disarmato >>. L’ex Sindaco di Norcia era già intervenuto sull’argomento lo scorso 9 agosto, con un lungo scritto, nel quale, ribadendo tutte le buone ragioni alla base della soppressione e l'accorpamento degli enti dispendiosi e inutili, ribadiva il suo fermo punto di vista in merito alla CMV, della quale diceva che, migliorata e razionalizzata nei suoi scopi e nelle sue risorse, certamente avrebbe potuto rappresentare il "cuore di un Ente, indispensabile per la manutenzione del territorio ed utilissimo per l'intera Regione >>. A seguito dell’ingloriosa fine sancita dalla seduta deserta del Consiglio Comunitario, Nicola ALEMANNO sente il dovere di tornare sull’argomento, soprattutto dopo gli esiti dell’ispezione della Ragioneria Generale dello Stato che, facendo emergere i tratti di un sistema di gestione della cosa pubblica quanto meno indegno, sembrerebbe mettere il sigillo sulle tante buone ragioni alla base della chiusura.
<< Eppure - prosegue l’esponente del PdL nursino - il danno che tale atto provoca ai nostri territori è talmente palese da restare inibiti di fronte al silenzio dei nostri amministratori, probabilmente ancora una volta ammutoliti da qualche promessa. Capisco che di questi tempi, in cui la politica abdica alle sue primarie funzioni decisionali, difendere un ente considerato dai più dispendioso e inutile non sia politicamente conveniente. Ma cosa deve farsene un paese di una politica che non sia in grado di decidere quando ce n’è bisogno? Cosa deve farsene una Città di amministratori che non combattono per il proprio territorio? So bene che la nostra comunità non avrebbe saputo cosa farsene di una Comunità Montana così mal gestita come ora. Lo so così bene da aver lottato in ogni Consiglio Comunitario dal 1999 ad oggi contro un sistema che non poteva non portare alle scelte di questi giorni. Ma non sapere cosa fare di una Comunità Montana gestita al peggio non significa non sapere cosa fare di una Comunità Montana in montagna. Provate ad andare nei territori del nostro arco alpino, dove alle Comunità Montane, oltre ad una quantità di funzioni associate, sono delegate serie politiche di gestione e manutenzione del territorio che per quei luoghi è vita, economia, risorsa: ciò che noi, ostinatamente, non vogliamo considerare. E invece - spiega ALEMANNO - tutti a benedire la nuova riforma che sopprime gli ATI appena costituiti in sostituzione degli ATO, che chiude 5 Comunità Montane e genererà un numero superiore di Unioni Speciali di Comuni che avranno << personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia regolamentare, organizzativa e di Bilancio >>. E che creerà una nuova Agenzia Regionale, una redistribuzione di funzioni che sa di antico dannoso e tutto, ancora una volta, svilendo e avvilendo le aree montane, riconoscendo ancora una volta, di fatto, il carattere di "montanità" a tutto il territorio regionale - e quindi a nessuno in particolare - e la distribuzione delle risorse in ragione della popolazione. La crisi che attanaglia le famiglie consiglia tutti di tacere. Ma è proprio nei momenti difficili che la Politica deve tracciare la via. Assumere scelte coraggiose, se necessario impopolari, ma efficaci e utili. Tutti sono bravi ad assumere provvedimenti che creano consenso. Ma una vera politica dovrebbe avere il coraggio di dare l’esempio, rinunciando a tutto ciò che costituisce privilegio, denunciando immediatamente i super stipendi di funzionari e dirigenti che fuori da ogni logica, ogni giustizia ed ogni mercato, percepiscono decine ed in qualche caso centinaia di migliaia di euro (situazioni purtroppo presenti anche nella nostra CMV) e tutto quello stuolo di pubblici dipendenti che, offuscando l’immagine di quanti seriamente compiono quotidianamente con spirito di sacrificio il proprio dovere, si affannano nella continua salvaguardia dei loro irragionevoli diritti acquisiti. Potremmo stare zitti - conclude ALEMANNO - ed unirci alla schiera dei privilegiati e di chi approfitta della cosa pubblica. Ma il nostro faro è sempre stato e sarà il bene comune, non il nostro bene personale. Gli assenti, si dice, hanno sempre torto: oggi come non mai. E purtroppo, ancora una volta, non pagheranno loro: solo la Valnerina, ad altissimo prezzo, pagherà la loro egoistica e silente dissennatezza >>.