In occasione del 160° anniversario dei moti risorgimentali del 1848, martedì prossimo, alle ore 18.00, nella ex chiesa di Sant'Agostino di Antrodoco, il Prof. Gennaro INCARNATO dell’Università di Salerno presenterà al pubblico il nuovo lavoro di Andrea DI NICOLA. Il volume, intitolato “Una rivoluzione mancata. Il '48 nel distretto di Città Ducale”, è stato promosso dalla VI Comunità Montana del Velino che ha finanziato la ricerca condotta negli archivi di Napoli, L’Aquila e Rieti. Esso rappresenta, per molti versi, il naturale seguito del libro “In nome del Re” con il quale DI NICOLA ricordò alcuni anni fa l’epopea popolare contro i francesi che proprio partendo da Rieti avevano invaso il Regno di Napoli nel 1798/99. Il nuovo libro (quasi trecento pagine corredate da alcune illustrazioni e un indispensabile indice onomastico e toponomastico) si basa sulla ancora inedita documentazione rinvenuta fra le carte dei ministeri napoletani di Giustizia, dell’Interno e di Polizia e ricostruisce nei particolari quello che avvenne a Città Ducale, ad Amatrice, ad Accumoli, ad Antrodoco (nella foto), a Leonessa e in tutti gli altri centri del distretto, subito dopo la concessione (febbraio 1848) della Costituzione da parte di Ferdinando II.
Da questi documenti, e da quelli relativi ai processi che seguirono a quei fatti, è emerso uno sconosciuto tentativo di colpo di Stato organizzato a L’Aquila, Città Ducale e Rieti, che doveva portare, secondo i piani, alla destituzione di Ferdinando II e alla proclamazione della repubblica sotto la guida di Mariano d’AYALA, intendente della Provincia e capo della congiura. Il colpo di Stato era stato fissato per il 24 giugno 1848 (proprio per questo il libro verrà presentato al pubblico il giorno 24) ma venne scoperto dal governo borbonico: nella notte fra il 23 e il 24 giugno i soldati fedeli al Re entrarono all’Aquila, d’AYALA fuggì a Rieti passando per Città Ducale. Fra i maggiori protagonisti di quei concitati giorni figurano il leonessano Filippo FALCONI, mandato da d’AYALA a Città Ducale come ispettore di polizia e coordinatore dei liberali dell’intero distretto; l’antrodocano Aurelio FIORENZANI, organizzatore della guardia nazionale; Francesco TOMMASI di Accumoli, padre di Salvatore; Pietro Silvestro LEOPARDI di Amatrice. Ma insieme con questi quattro le pagine di DI NICOLA fanno rivivere un centinaio di altri protagonisti, dagli sfortunati CASTRUCCI di Antrodoco ai fratelli SPERANZA di Città Ducale, da Giustino RANALLI, anche lui di Civita, a Luigi CALLIDI e Nicola ROSEI di Amatrice, tutti seguiti anche nelle loro vicende giudiziarie e carcerarie che conclusero il velleitario tentativo di sollevazione militare. L’autore, che è fra i maggiori esperti della storia sabina (in particolare di quella dell’ex Abruzzo aquilano che dal 1927 fa parte del reatino) da alcuni anni svolge attività di ricerca come cultore della materia presso il Dipartimento di Economia e Storia del Territorio dell’Università d’Annunzio di Pescara.