Da ormai da 26 anni, il piccolo borgo del lago del Turano celebra il 1° maggio riproponendo una giornata affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Infatti, il ritorno alla vita e la rinascita rappresentano l’allegoria del “Calendimaggio”, una festa tipica della tradizione contadina che è ancora fortemente radicata nel borgo, fra i più antichi della Valle del Turano. E così anche quest’anno, alle ore 11.30, tornerà puntuale il suggestivo rito: rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”. Se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto! Quale modo migliore per salutare l’arrivo della primavera?

 

Ad accogliere i visitatori a Paganico Sabino (nella foto) sarà un irresistibile mix di tradizioni, storie, leggende e prelibatezze locali: terminato il “Kalènnemàju” la festa si sposterà infatti in tavola con la “Sagra dei Vertuti”, una zuppa di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano, granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina, da gustare insieme a maccheroni al pomodoro, salsicce, bruschette e a un buon bicchiere di vino nel centro diurno con posti coperti da capienti tensostrutture. E se il tuffo all’indietro nel passato sarà completato dalla mostra di arredi sacri e attrezzi della civiltà contadina allestita nella chiesa di San Nicola, i turisti potranno anche curiosare fra gli stand dei prodotti tipici che riempiranno il centro storico e assistere agli spettacoli musicali dal vivo. In occasione della festa si rinnoverà la collaborazione fra gli organizzatori e l’AIL, mentre a disposizione dei visitatori ci sarà anche un servizio gratuito di bus-navetta per raggiungere la manifestazione dopo aver parcheggiato lungo la via che conduce al paese, un borgo dal fascino magico che sorge sulle sponde del Turano.

Tra la Riserva Naturale Regionale dei Monte Cervia e Navegna, Paganico Sabino è circondato da boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che lasciano spazio ad ampie praterie. L’aspetto del borgo è quello di un castrum medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze nel centro storico dominato dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione, mentre meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista. Nel territorio di Paganico Sabino sorge inoltre la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C. Il programma completo dell'evento gastronomico è consultabile sul sito ufficiale www.paganicosabino.org.