<< Che le “misure di sicurezza e ordine pubblico”, generate da un’innocua e splendida Fiorita dei Piani di Castelluccio di Norcia, fossero alquanto anomale, lo avevamo segnalato da tempo. Credevamo che almeno la Regione vigilasse sul suo unico Parco Nazionale. Mai fidarsi, invece, di questo “regimetto” umbro >>. Questa la dichiarazione di Andrea LIBERATI (nella foto), capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, che annuncia una interrogazione in merito al << … mega parcheggio di Castelluccio, emblema di mille illegalità della Regione. Infatti - spiega l’esponente pentastellato - non solo l’Ente Parco ha dato una “autorizzazione a procedere” tramite valutazione d’incidenza, contraddicendo se stesso e le specifiche dell’analogo procedimento dell’anno prima, mentre era già attiva la nota Ordinanza sindacale di Norcia del 21 giugno 2016; ma anche la “facilona” Regione Umbria si è allineata a questi atti “a posteriori”, con una Determina dirigenziale del 13 luglio 2016 con cui autorizzava la realizzazione del parcheggio tramite un temporaneo cambio di destinazione. Tutto totalmente contra legem: Castelluccio è l’emblema delle mille illegalità di questo familistico e rozzo modo di amministrare la Regione.
<< Ora - ha proseguito LIBERATI - 23 giorni dopo l’atto comunale che autorizzava la sosta all’interno di una “area A” di Parco Nazionale, nonché Sito Natura 2000, l’Ufficio Foreste della Regione vorrebbe mettere una pezza alle ormai palesi e grossolane irregolarità di gestione del traffico e “sicurezza pubblica” a Castelluccio. Lo stile è sempre lo stesso: nessun rispetto delle regole democratiche e legislative; navigazione a vista senza alcuna programmazione anche se si tratta di uno dei gioielli della corona, venduto in tutto il mondo come brand del “Cuore Verde”, ma qui umiliato per interessi politici e affarismi vari. L’irregolarità amministrativa appare molto grave, così come opinabili sono le motivazioni addotte dall’ordinanza del Sindaco di Norcia che, come già accaduto, rincorre il problema. Assurde e paradossali le soluzioni invocate: anziché disporre una immediata chiusura rispetto all’eccessivo traffico, si genera un circolo vizioso “più auto, più parcheggi, più traffico, più parcheggi, più auto …”. Fasulla anche la “temporaneità” e “l’urgenza”, quando la stessa identica “soluzione” viene riproposta da almeno 10 anni. Oggi arriva la sentenza del Commissariato Usi Civici e rimette i puntini sulle “i’, ripristinando la legalità e con essa il rispetto ambientale dovuto alle aree naturali”.
Nella sentenza, molto articolato - ha spiegato LIBERATI - leggiamo anche “… ne deriva la carenza di potere della Regione nell'adozione di atti di disciplina degli usi civici che facciano venir meno la loro vocazione di tutela ambientale riservata alla competenza esclusiva dello Stato in materia”. In altre parole le Regioni, attraverso provvedimenti normativi o amministrativi, non possono legittimamente far venir meno il vincolo ambientale riconosciuto a determinati beni dalla legge statale essendo tale materia riservata alla esclusiva competenza dello Stato. Ma quante volute “dimenticanze”, “inesattezze”, “imprecisioni” - ha concluso LIBERATI - si sono sin qui registrare da parte degli enti territoriali per una semplice fiorita? La dozzinale condotta sin qui tenuta dalla Regione è altamente sospetta: ineludibile una nuova interrogazione >>.