Dall'11 al 13 febbraio 2010, Trento sarà la sede del XV Congresso nazionale dell’UNCEM - Unione Nazionale delle Comunità Montane. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio nazionale riunito lo scorso 5 novembre a Roma, nella cornice del Salone della Montagna del Lazio. Una stagione nuova per la montagna italiana e per la sua rappresentanza istituzionale che da Trento riparte sui temi della gestione autonoma delle risorse del territorio e sul ruolo delle comunità montane come agenzie di sviluppo. Inoltre, soddisfazione espressa per l’emendamento sul servizio idrico integrato al Decreto legge 135, approvato dall’Assemblea di Palazzo Madama e che passa ora alla Camera, secondo cui tutte le forme di affidamento della gestione del servizio idrico integrato devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale del soggetto gestore e di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche. Nel testo si specifica che il governo della risorsa acqua spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in particolare in ordine alla qualità e prezzo, garantendo il diritto alla universalità ed accessibilità del servizio.
<< Esprimiamo soddisfazione - ha dichiarato il Presidente dell’UNCEM, Enrico BORGHI - per l’accoglimento di una logica che da tempo Uncem sottopone all’attenzione del Governo, in merito alla necessità che la risorsa acqua rimanga nella disponibilità delle popolazioni attraverso gli enti locali del territorio. Ciò potrà consentire da un lato un utilizzo razionale di tale risorsa e dall'altro di evitare che l'introduzione di una logica di mercato priva di regole porti alla spoliazione di una risorsa fondamentale che viene massimamente prodotta proprio dal territorio montano. E' quindi una buona base di partenza, che ci auguriamo venga confermata anche dall’altro ramo del Parlamento. Perfettamente in linea con la logica di rendere le comunità locali protagoniste dell’economia dei propri territori. Un concetto chiave della nuova articolazione dell’Uncem, che da febbraio, con il XV Congresso, ripartirà da Trento all’insegna di un modello realmente federalista degli enti della montagna, sempre meno legati allo stato centrale e sempre più vicini ad una logica di autonoma capacità di utilizzo delle proprie risorse >>.