Con due lauree in Giurisprudenza e Scienze Naturali, il giovane ricercatore reatino Roberto PALOZZI (nella foto) festeggia anche il dottorato in “Biologia Evoluzionistica ed Ecologia” conseguito presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il prestigioso traguardo è stato raggiunto con la discussione di una tesi sull’ecologia comportamentale e riproduttiva delle foche di Weddell in Antartide (il mammifero con l’areale più meridionale al mondo) i cui supervisori sono stati il Prof. Valerio SBORDONI (Zoologo ed evoluzionista di Roma Tor Vergata, accademico dei Quaranta), il Prof. Michele SCARDI (ecologo di Roma Tor Vergata e membro della Commissione scientifica Nazionale per l’Antartide) e il Prof. Marino VACCHI (Ittiologo dell’ISPRA e del Museo Nazionale dell’Antartide, tra i maggiori esperti al mondo di fauna marina antartica). La tesi del Dr. PALOZZI ha un valore particolare perché, oltre a presentare un approccio del tutto innovativo allo studio del comportamento d’immersione e dell’attività subacquea di ricerca e cattura delle prede dei pinnipedi, rappresenta anche il primo lavoro scientifico mai realizzato da un italiano sui grandi focidi che popolano il continente antartico. E quanto questo lavoro sia rilevante lo dimostra il fatto che, nella settimana dal 7 al 12 giugno, PALOZZI presenterà ufficialmente le sue ricerche (tra i pochissimi zoologi italiani a farlo) all’IPY - International Polar Year - Oslo Science Conference, il più grande congresso scientifico mai organizzato nella storia dell’umanità. Infatti, nella capitale norvegese convergeranno da ogni parte del mondo migliaia di scienziati impegnati in tutti i campi della ricerca scientifica nelle regioni artica e antartica.
L’Anno Polare Internazionale è un evento unico che si ripropone nella storia della scienza solamente ogni 50 anni e ha l’obiettivo di unire tutte le nazioni del pianeta in un incredibile sforzo congiunto di collaborazione internazionale mirato alla produzione e condivisione di quanti più dati scientifici possibili nelle aree polari, con il fine ultimo di promuovere e favorire il benessere dell’umanità. Scopo del congresso di Oslo è proprio quello di celebrare l’ultimo IPY (che si è concluso lo scorso anno) e di riunire insieme tutti gli scienziati che hanno contribuito alla produzione dei dati in comune, tra i quali PALOZZI e i supervisori della sua tesi di dottorato. Lo scorso marzo la nostra città aveva celebrato la conclusione dell’IPY con un convegno dedicato alla ricerca scientifica italiana ai poli e la mostra antartica del Museo Nazionale dell’Antartide “Felice Ippolito”, organizzati dal Comune di Rieti in collaborazione con il Dr. PALOZZI da poco rientrato dalla sua ultima spedizione al Polo Sud. In quella occasione giunsero a Rieti i vertici nazionali della ricerca polare. Roberto PALOZZI ha partecipato a due spedizioni in Antartide per studiare le foche di Weddell e per girare dei documentari anche subacquei: la prima nell’ambito del programma antartico degli USA e la seconda con l’italiano Programma Nazionale di Ricerche in Antartide durante la quale, per conto della RAI, ha realizzato le immagini subacquee più meridionali mai registrare da una troupe italiana sotto la calotta perenne di ghiaccio del mare di Ross.