Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
<< Dopo circa un anno dal suo insediamento, la maggioranza (tre membri su cinque) del Consiglio di Amministrazione dell'azienda di servizi pubblici alla persona “FUSCONI-LOMBRICI-RENZI” si è dimessa. Le dimissioni, pur se dichiarate irrevocabili, come da statuto, sono giunte sul tavolo del Sindaco senza che ne venissero esplicitamente indicate le motivazioni che le hanno generate ma, ancor peggio, credo, senza averne fatto menzione, almeno da parte di alcuni, al sottoscritto. Il Vice Presidente Pasquale DI CURZIO e i due consiglieri Primo FEBBI e Alessandro SEVERINI PERLA (quest’ultimo non si era nemmeno insediato, essendo stato nominato solo cinque giorni prima delle suddette dimissioni, e la nomina non era stata nemmeno ratificata dall’organo competente) hanno deciso di abbandonare la guida dell'ente il cui futuro appare incerto e controverso. Di qualsiasi natura possano essere le motivazioni che sono alla base di tale azione congiunta, l’Azienda viene così a trovarsi in una situazione in cui, di fatto, non esiste una strategia gestionale condivisa con la conseguenza che un’istituzione così strategica ed importante nel settore dell’assistenza sociale, della beneficenza pubblica e del patrimonio per il nostro territorio, rischia di trovarsi in una situazione di totale ingovernabilità.
Sebbene non siano state ufficialmente evidenziate le motivazioni delle dimissioni, anche leggendo gli articoli stampa di questi giorni (e per … sentito dire …), sembra evidente che le stesse siano dovute ad insanabili divergenze circa il modo di gestione dell’Azienda da parte del Presidente; in un certo senso sembra si tratti di un “disagio ambientale”. E' con profondo rammarico che ho preso atto delle dimissioni congiunte dall'incarico dei Consiglieri di Amministrazione dell’APSP “FUSCONI-LOMBRICI-RENZI”, rimanendo convinto che il loro contributo, in un momento tanto delicato per l’attività dell’Azienda, avrebbe potuto essere prezioso ed importante. Nell'esprimere il mio rincrescimento, non manco però di rimarcare la posizione dell'Amministrazione comunale di Norcia: per noi restano strategiche le linee di mandato scaturite dalla prima riunione del rinnovato Consiglio. Tuttavia abbiamo il dovere di contestualizzare queste linee e attuarle in un progetto di lavoro concreto, che non può non tener conto delle condizioni amministrative, sociali ed economiche che stanno contrassegnando questo periodo. Ricordo che, proprio partendo dalla più ampia condivisione degli obiettivi in origine definiti, occorre adoperarsi con ogni mezzo, soprattutto in questo particolare periodo di generalizzata congiuntura, per tutelare la qualità e la quantità dei servizi ai cittadini che si trovano in particolari condizioni di disagio e, al tempo stesso, rivendico di aver sempre dato la massima importanza agli obiettivi di efficientamento organizzativo e gestionale dell'azienda, così come alle necessità di ampliare i settori di attività, e di non aver mai anteposto a questi obiettivi altre priorità. Anzi, evidenzio di aver più volte sottolineato, assumendomene tutta la responsabilità, proprio la necessità di giungere alla nomina di un Consiglio d’Amministrazione che avesse quelle competenze manageriali che sono alla base di una moderna e funzionale gestione dei delicatissimi servizi che l’Azienda è chiamata ad erogare. Ma, per quanto accaduto, ho evidentemente … sbagliato! Ribadisco che nelle ultime settimane la vicenda è stata oggetto di discussione in varie sedi ed è confluita in numerosi articoli di stampa. Motivo per cui, come è giusto che sia, le risposte e le prese di posizione degli interessati (consiglieri dimissionari, vecchi e nuovi Presidenti, rappresentanti politici …) sono state numerose. Ed è solo nell'ambito di questo ampio confronto istituzionale e cittadino che ritengo vada individuata la risposta da dare per giungere alla soluzione dell’intricato problema. Senza alcun fine strumentale, come d’altronde ho sempre fatto e continuerò a fare. Annuncio quindi di aver messo a conoscenza della vicenda, oltre che il competente Assessorato regionale, tutti i Gruppi consiliari, richiedendo ed attendendo anche da loro un costruttivo apporto per giungere ad una soluzione condivisa della questione. Oggettivamente, per la soluzione del problema, pur in presenza di lacune normative e di specifiche previsioni statutarie, si prospettano due strade: la surroga dei tre consiglieri dimissionari, come richiesta dall’attuale Presidente; la presa d’atto della totale ingovernabilità dell’Ente e dell’atto di sfiducia della maggioranza dei consiglieri e, conseguentemente, l’avvio delle procedure finalizzate al completo rinnovo del Consiglio d’Amministrazione. Ognuna di queste strade presenta delle complessità e criticità interpretative che io stesso mi sono riservato di valutare attentamente in questi giorni, con l’ausilio di soggetti competenti in materia; certo è che si pone quanto meno un problema di opportunità riguardo la permanenza dell’attuale CdA. Potrebbe utilmente risolversi con un "passo indietro" dei residui componenti? Anche questa sarebbe una soluzione? In alternativa, si prospetta una elaborata, lunga e faticosa azione che, purtroppo, si ripercuoterebbe in maniera pregiudizievole sulla gestione dei servizi che l’Azienda è chiamata ad erogare. Non voglio scaricare responsabilità particolari su chicchessia, semmai sono io ad assumermele, sempre però con la chiarezza di stare in ogni caso nel giusto! La realtà è che, dalle dimissioni e fino alla soluzione della vicenda, nessuna concreta azione strategica e gestionale potrà essere intrapresa all’interno dell’Azienda generando una situazione di totale incertezza. Sono certo, ancora una volta, di poter uscire da questa empasse (che non è certo la prima in questa Amministrazione) guardando sempre all’obiettivo del bene dei cittadini che amministro >>.