Oltre 2.000 gli agricoltori che hanno già aderito all’iniziativa, organizzata da Coldiretti Lazio, per chiedere risposte immediate per affrontare i danni che le aziende, quotidianamente, subiscono a causa della proliferazione di alcune specie animali selvatiche. Cinghiali, ma anche lupi, volpi e orsi, ogni notte, distruggono i campi seminati e gli allevamenti di centinai di aziende, che ora, dopo anni di attese e mancate risposte, non ce la fanno più e rischiano di dover chiudere. L’appuntamento è per il prossimo 2 agosto, alle ore 11.00, a Passo Corese, lungo la Salaria, dove gli agricoltori arriveranno con i propri trattori. All’assemblea pacifica sono state invitate tutte le rappresentanze politico-istituzionale della Provincia di Rieti, il Prefetto di Rieti e tutti i Sindaci, ma anche della Regione Lazio: il Presidente Nicola ZINGARETTI, l’Assessore all’Agricoltura Sonia RICCI e l’Assessore all’Ambiente Fabio REFRIGERI. Scopo dell’iniziativa, aprire un tavolo di confronto, dal quale ci si possa alzare con impegni concreti e risposte e tempi certi relativamente ai risarcimenti dovuti.
<< Nonostante l’interessamento più volte dimostrato dal Prefetto di Rieti, che ha ricevuto e ascoltato gli agricoltori, così come fatto anche dalle istituzioni locali - ha dichiarato Gabriel BATTISTELLI, neo Direttore di Coldiretti Rieti - la situazione continua a non trovare una soluzione. Ora è però obbligatorio dare risposte a questi imprenditori e per questo abbiamo deciso, di concerto con la Coldiretti Lazio e tutte le altre federazioni regionali, di scendere, in modo ancor più incisivo, in campo a tutela del reddito delle aziende agricole. Nella nostra provincia ci sono alcune zone, come quelle dell’Amatriciano e quelle a ridosso della Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile dove il numero di questi animali ha raggiunto livelli talmente sproporzionati da rendere impraticabile l’attività agricola. Accanto al danno immediato, quello cioè delle perdita economica dovuto alla devastazione dei campi o alla perdita dei capi di bestiame, vanno aggiunte e calcolate tutte le conseguenze, come il dover acquistare, ad un prezzo molto più alto, il prodotto andato perduto, o la mancata produzione di latte e gli aborti che si verificano negli ovini spaventati dall’attacco dei lupi. Se poi si vuol parlare di caccia - ha concluso BATTISTELLI - non è accettabile che, per il piacere di alcuni, si ledano i diritti di molti come anche, non è possibile, che non si tenga presente il rischio all’incolumità e alla salute di chi vive in queste zone. Comprendiamo tutte le difficoltà con cui le istituzioni si trovano ad operare, ma per gli agricoltori è giunto il tempo di vedersi risarciti di quanto perso e di quanto, con diritto, aspettano da quattro anni >>.