<< Ho ricevuto la notifica del rigetto del ricorso al Tribunale del Riesame per il dissequestro della struttura per la Comunità di Ancarano. Amarezza. Si amarezza, e disorientamento sono i sentimenti che sento di esprimere. Amarezza perché non riesco a trovare le parole per spiegare ad una comunità che con i denti resta aggrappata alla sua terra dopo aver perso tutto, che non può provare a ricominciare dallo stare insieme, senza peraltro pesare sulla spesa pubblica ma sul grande cuore degli Italiani. Disorientamento perché ho utilizzato gli strumenti individuati dalle ordinanze del CDPC (Capo Dipartimento della Protezione Civile) e da uomo delle Istituzioni, alle quali porto devozione e rispetto, mi sarei aspettato che tutti ne avessero preso atto e che tutte le componenti dello Stato, quello che amo e per il quale lotto ogni giorno per farne rispettare i dettami, tutte insieme cercassero di aiutare la nostra Comunità a ripartire. In particolare l'Ente Parco che prima di altri dovrebbe comprendere che insieme alla tutela del nostro meraviglioso ambiente naturale, dobbiamo evitare il pericolo più grande: la deantropizzazione del nostro territorio.
La costruzione in oggetto risponde proprio a questa esigenza! Prendo amaramente atto che l’impostazione adottata non è condivisa ed è ovvio che attendo rispettosamente di leggere le motivazioni della sentenza per comprendere! Ora però ho bisogno di essere aiutato a dare risposta anche alle altre Comunità della nostra terra che sulla scorta di questo esempio virtuoso hanno trovato soldi privati per dotarsi di un luogo sicuro per vivere in comunità ed esorcizzare la paura. Sono certo che la Presidenza del Consiglio, attraverso il Dipartimento di Protezione civile, tenterà di porre riparo anche a questa ennesima emergenza. Non ho mai voluto, insieme alla mia Comunità, rappresentare un problema. Anzi, ci viene da ogni dove riconosciuto di averne risolti tanti. Direi quasi tutti. Eccetto questo! E mentre lottiamo ogni giorno per resistere, per la Vita, siamo altresi' consapevoli della necessità dei controlli che lo Stato effettua per dare garanzia dell'operato cristallino di tutti. Tuttavia le legittime ispezioni dei vari organismi competenti abbisognano del continuo e costante supporto dei nostri uffici che così vengono distolti da quello che, in questo momento, dovrebbe essere il loro compito prioritario: concludere prima possibile la fase dell'emergenza.
Non so come, non so quale possa essere il lavoro di compromesso per rispondere ancora una volta ai problemi di tutti, ma so che uno Stato Vero deve saper trovare la giusta mediazione tra queste diverse esigenze. Non me ne vogliano i Magistrati, per il cui lavoro porto grande rispetto, ma questa volta non riesco proprio a comprendere: anche ammesso che secondo la loro interpretazione tale procedura non fosse stata pedissequamente rispettata (per mesi abbiamo lavorato in uffici sotto le tende in mezzo alla neve e sotto il sol leone), mi rimane difficile comprendere dove sia il reato penale. Persevero però nel reiterare incondizionata fiducia nella Giustizia. Non può che essere così >>.