Terminata l’esperienza di seminari, laboratori, spettacoli e dimostrazioni dal tema “La maschera tra Oriente ed Occidente”, realizzato in collaborazione con l’I.S.T.A (International School of Theatre Anthropology) diretta da Eugenio BARBA. Dopo 10 giorni intensi di attività, il teatro chiude le porte lasciando impresse nella memoria immagini, parole e musiche. Giovani attori, artisti e studiosi provenienti da Milano, Napoli, Roma, Emilia Romagna, Sicilia, Calabria, ma anche dalla Colombia, hanno partecipato a due laboratori: il primo, di Cristina WISTARI FORMAGGIA, una danzatrice italiana di fama mondiale che vive a Bali da oltre 20 anni, su “La Maschera balinese” e le tecniche del Topeng, il teatro-danza balinese con maschera. Il Topeng risale a 500 anni fa e appartiene al repertorio delle danze classiche balinesi che raccontano le storie del Babad, cronaca dei reami indigeni. La maestra è una specialista ed un’erudita di questo prezioso patrimonio artistico di coreografie secolari, in cui al rigore si uniscono le improvvisazioni piene di creatività. Il secondo di Michele MONETTA, fondatore della scuola di mimo corporeo e dell'Associazione Teatrale "I.C.R.A. Project", sul tema: “Maschera e maschere: attitudes, desideri e fissità”. MONETTA insegna mimo, commedia dell’arte e maschera in tutto il mondo, dall'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'AMICO di Roma alle sessioni del Teatro Eurasiano, diretto da Eugenio BARBA, all'Ecole "Rudra", diretta dal coreografo M. BEJART a Losanna.
Inoltre, quotidianamente, i ragazzi partecipanti si sono esercitati sotto la guida delle attrici e pedagoghe del Teatro Potlach, Nathalie MENTHA e Daniela REGNOLI, negli incontri pratici sul training fisico e vocale. Infine, il regista e direttore del gruppo, Pino Di BUDUO, ha condotto il seminario “Il lavoro del regista con l’attore”. In questi giorni il Potlach ha presentato: gli spettacoli “Turandot”, “I racconti di Fernando”, “Per Edith PIAF”, “Viva la vita” e “Uragani”; le dimostrazioni di lavoro degli attori del gruppo tra le quali “L’incrocio dei fili”; la dimostrazione di lavoro “La voce come maschera” di Sergio SIVORI; la performance digitale “Digital Mask”, curata dal Prof. Luca RUZZA; il video “Potlach Editing”, realizzato da Stefano DI BUDUO e Momchil ALEXIEV. Sabato è concluso il ciclo di incontri didattici con i professori universitari de "La Sapienza" e del DAMS della Terza Università di Roma: Roberto CIANCARELLI, Ferruccio MAROTTI, Luca RUZZA, Stefano GERACI, Franco RUFFINI, Raimondo GUARINO e il medico Giuseppe VISCO. L’ultima voce è stata quella della Prof.ssa Clelia FALLETTI: << Da sempre il Teatro Potlach permette a noi studiosi di avere a disposizione una miniera nella quale andare a cercare, imparare e conoscere il lavoro dell’attore su se stesso rivolto a sviluppare le proprie capacità espressive >>. Pino DI BUDUO, regista e fondatore del teatro, ha creato in trent’anni di lavoro con questi intellettuali e studiosi un modo diverso di pensare il teatro, inteso come circuito fervente di relazioni, incontri e scambi. Arte e pensiero. L’uno necessario alla sopravvivenza dell’altro. Potlach vuol dire dono, scambio, baratto. Queste persone hanno dato vita al Potlach.