Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
<< Le righe che seguono intendono rappresentare lo stato d’animo di ventitré famiglie che, improvvisamente, si sono ritrovate senza fonte di sostentamento. Sono i nuclei famigliari di altrettanti dipendenti della Gala Tech (ex Solsonica) all’indomani della comunicazione verbale (da parte del Dr. RANDAZZO, quarto Amministratore delegato in meno di tre anni) che comunicava loro la messa in liquidazione della società - controllata da Gala SpA - ed il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori. La decisione è stata successivamente confermata dallo stesso Presidente ed Amministratore delegato di Gala, Filippo TORTORIELLO, mandando così in fumo l’accordo che fu sottoscritto in sede governativa dalle parti sociali finalizzato al riassorbimento dei 155 lavoratori ex-Solsonica tra i quali i 23 di Gala Tech che da ottobre sono senza stipendio e lo saranno fino all’espletamento delle procedure di licenziamento collettivo: il tutto senza neppure alcuna forma di sostegno al reddito. I firmatari della presente, con il loro lavoro, hanno consentito in questi ultimi anni la sopravvivenza di un sito “storico” del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale che, dal canto suo, sta vivendo una crisi che sembra purtroppo essere irreversibile.
Si rende quindi indispensabile che Istituzioni, forze politiche, economiche e sociali si impegnino a recuperare le posizioni perse e a riaprire in tempi brevi un tavolo di confronto sulla vertenza Gala Tech/Solsonica, evitando un’ulteriore penalizzazione per un territorio come quello reatino già fortemente penalizzato. Infine, i firmatari della presente missiva sperano in un impegno di Unindustria Lazio (della quale, è bene rammentarlo, l’Ing. TORTORIELLO è presidente con delega, tra l’altro, alla competitività e sviluppo del territorio) affinché venga individuato un nuovo soggetto imprenditoriale che sia interessato a credere nel rilancio dell’azienda. A chi ha avuto la costanza di leggere queste righe, va il ringraziamento dei 23 dipendenti Gala Tech e delle loro famiglie che sperano nell’impegno di tutti per consentire loro di ripristinare uno standard di vita quanto meno dignitoso >>.