di Marco BACCARELLI
Chi pensava che il Coronavirus fermasse i carri di maggio si è dovuto ricredere. Sì, certo, "i giganti" sono rimasti al palo nei capannoni dove vengono realizzati, ma come folletti dispensatori di energia, in città sono arrivati i carrucci. Poco più che giocattoli con le ruote (nella foto), dotati di poteri magici, a spingerli la goliardia di "Gente Cantamaggio", gruppo maggiaiolo di nuovo conio nato con l'obiettivo di rivitalizzare una festa da cui i giovani per un lungo periodo sembravano aver voluto prendere le distanze. Accompagnata dall'invito a comporre e a poetare, la chiamata della nuova comitiva ha sortito effetti a dir poco sorprendenti. Se le poesie e i pezzi musicali inediti pervenuti all'organizzazione, infatti, sono qualche decina, quasi 90 i carrucci realizzati non solo a Terni, ma anche a Perugia, Roma, Torino, Ravenna, Bologna, Londra, Montreal (Canada), Lussemburgo. Inaspettatamente i carrucci sembrano unire nel nome della loro festa, anche i ternani che si trovano fuori città e che abitano all’estero. In questo periodo di pandemia i carrucci, sia tradizionali sia innovativi, sono stati realizzati da singoli fino ad intere famiglie. Approfittando dell’abbondante tempo a disposizione, i ternani sembrano aver trovato un diversivo perfetto per rinsaldare i legami con l’energia della festa. Pensati non per competere, ma per tenere acceso il fuoco della tradizione, i carrucci di maggio sfileranno virtualmente insieme la sera del 30 aprile, con diretta Facebook, dalle ore 20.00, sulla pagina RADIOPASSEGGIATA. La parata si preannuncia, quanto meno, originale. I Carrucci visionati, sono stati realizzati utilizzando gli oggetti più improbabili a disposizione per la casa, non avendo la possibilità di reperire materiali e la componentistica necessaria per i lavori manuali. Dal legno alla pasta, dai fiori alla ceramica, dalle costruzioni dei bambini alle scatole di scarpe, quelli arrivati all’organizzazione, hanno superato ogni aspettativa sia nel numero sia nella qualità. E' di carta ed è intriso di poesia il carruccio della Scuola dell'Infanzia Valleverde che, con un lavoro di disegni spediti per e-mail, e poi stampati dalla maestra, ci ha fatto vedere cosa significa la didattica a distanza.