A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Oggi ci occuperemo di un evento positivo. Ogni tanto accadono in Sabina fatti importanti e utili ed è bene segnalarle e rallegrarsene. La Provincia di Rieti ha promosso una grande mostra intitolata I SABINI POPOLO D’ITALIA.
Quindici anni fa la città di Rimini ospitò una grande mostra sui popoli d’Italia di epoca pre-romana. Né fu curatore Sabatino Moscati. Una celebrità universitaria in materia di archeologia del mondo antico.
Quando assunsi la direzione di Mondo Sabino, nel 1988, mi prefissi di indirizzare il giornale verso la formazione di una nuova consapevolezza di ciò che offriva il territorio della Sabina. Non un fatto di campanilismo fuori luogo totalmente estraneo alla mia cultura. Ma la riscoperta di tutto ciò che di positivo esisteva nel nostro territorio al fine di invogliare coloro che vi abitano a metterlo in valore per migliorare le nostre risorse.
L’antico popolo dei Sabini è certamente uno di questi valori. Contribuirono in modo determinante alla formazione della grande potenza romana che informò di se la storia dell’uomo per oltre mille anni, dalla fondazione di Roma alla caduta dell’impero romano d’oriente, lasciarono grandi tracce della loro presenza nel nostro territorio, ma la fusione con i romani generò una specie di damnatio memoriae a beneficio della romanità.
Così nel corso dei secoli sui Sabini è calato una specie di sipario che non ha consentito la messa in valore di quanto ancora è rimasto delle loro tracce.
La cosa mi apparve ancor più evidente a Rimini, dove il direttore di Mondo Sabino non poteva non recarsi, e dove i Sabini erano solo indicati nella carta geografica e rappresentati solo da un’urna cineraria, unico reperto allora noto a livello nazionale. Alcuni altri giacevano nascosti nei magazzini degli enti locali o della sovrintendenza fino a che non sono stati esposti nel museo archeologico di Rieti e in quelli di Monteleone Sabino e di Magliano Sabina. Molti altri sono stati trasferiti all’estero alla fine del 1800.
Scrissi e pubblicai all’epoca una protesta che inviai al prof. Sabatino Moscati ed iniziai la pubblicazione di una lunga serie di articoli sui resti archeologici in Sabina spronando la soprintendenza a fare sul serio e a fare di più.
La Sabina storica, quella nella quale abitarono i Sabini pre-romani, era molto più grande della provincia di Rieti. Così indirizzai il giornale fuori dei nostri confini e trovai un grande riscontro nello interesse dimostrato dalla stragrande maggioranza degli uomini di cultura.
Oggi questo interesse ha portato l’ente Provincia di Rieti a farsi promotore di una grande mostra sull’argomento. Non so ancora di che cosa si tratta perché non ho trovato il tempo di una visita accurata. Lo farò quanto prima. Intanto voglio invitare tutti gli abitanti della Sabina a visitarla. Lo faccio nella consapevolezza che la conoscenza delle tracce della grandezza di coloro che hanno abitato il nostro territorio tremila anni fà è indispensabile per generare prima interesse e successivamente più cura di ciò che abbiamo.
Specie i più giovani, che dalla scoperta della grandezza e della importanza di ciò che è accaduto durante il corso della storia possono trarre stimolo per un maggiore impegno. E ritengo la cosa ancor più importante oggi quando molta gioventù è costretta ad emigrare perché qui da noi non trova le condizioni per inserirsi "degnamente" nella vita.