di Gianfranco PARIS
Giovedì scorso è stato ricordato il 65° anniversario dell’eccidio delle Fosse Reatine, mentre martedì 7 aprile l’eccidio di Leonessa, tutti e due avvenuti durante la primavera del 1944 ad opera dei tedeschi e dei repubblichini di Salò poco prima della liberazione della Provincia di Rieti ad opera degli alleati, durante i quali furono fucilati oltre sessanta civili.
La cerimonia di Leonessa, in ricordo dei 54 fucilati, si è svolta sul luogo dell’eccidio nel quale è stato eretto da tempo il monumento in loro memoria ed è stata organizzata dal comune unitamente all’ANFIM, l’Associazione nazionale delle famiglie delle vittime, ed è proseguita con la visita a Villa Gizi, Villa Carmine, Cumulata, Ponte Riovalle, luoghi dove si registrarono altre vittime della crudeltà dell’epoca, dove sono state poste delle corone di alloro.
A Rieti sono state commemorate del vittime dell’eccidio delle Fosse Reatine dove furono fucilati 13 civili rastrellati a Rieti e nelle vicinanze, e tratti fuori anche dalle carceri per ordine del questore dell’epoca Di Marciano, che fu poi fucilato dai partigiani dopo la liberazione di Rieti avvenuta il 13 giugno del 1944.
Alla cerimonia, alla quale hanno partecipato rappresentanti dell’ANFIM e di varie associazioni in rappresentanza della Resistenza, ho partecipato anche io, in rappresentanza della Sezione di Rieti della Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, della quale sono presidente, insieme al vice presidente Avv. Adalberto Andreani ed al garibaldino Socrate Santoprete.
La nostra presenza per ricordare il sacrifico dei tanti giovani militari reatini e sabini che si immolarono dall’8/9/1943 alla fine della guerra nella Divisine Garibaldi in Montenegro, dove non vollero arrendersi ai tedeschi e dettero vita ad una resistenza armata come braccio operativo militare dell’esercito italiano.
Epopea che è stata ricordata dallo scrivente nella ristampa dell’ultimo capitolo del libro Sabina Anno Zero di Pietro Pileri a cura della Provincia di Rieti ed alla quale può essere richiesto.
La cerimonia reatina era stata organizzata dal Comune di Rieti, tenuto ormai da più di quindici anni da una amministrazione di destra capeggiata da un sindaco proveniente dal MSI.
Ha preso la parola in sostituzione del Sindaco l’assessore repubblicano Ettore Saletti, già sindaco di Rieti nel 1974 e primo sindaco in Italia in una città di capoluogo di una Giunta di sinistra con la partecipazione organica del PCI fino al 1982.
La formazione politica di Saletti ha le sue origini nel mazzinianesimo dei repubblicani storici che hanno vissuto tragicamente sulla propria pelle l’esperienza del ventennio fascista ed il suo intervento, sia pur in rappresentanza di un sindaco di cultura opposta, ha risentito della sua cultura di origine. Egli ha detto che il ricordo dei fucilati delle Fosse Reatine non deve essere solo una cerimonia di maniera con il suono di trombe e il deposito di corone di alloro. Dovrebbe essere un momento di riflessione sulla tragicità delle avventure guerriere di qualsiasi tipo che coinvolga soprattutto le giovani generazioni.
Purtroppo però in quel momento non c’era nessun giovane presente alla cerimonia, c’erano solo le autorità civili e militari della provincia di Rieti e sparuti rappresentanti di alcune associazioni di combattenti.
Non c’erano neanche i rappresentanti dei partiti della sinistra, che debbono la loro nascita alla Resistenza contro i nazifascisti della Repubblica di Salò, i quali hanno completamente abbandonato questi valori per dedicarsi ad una stupida guerra per le poltrone per l’avvicinarsi delle prossime elezioni amministrative.
Nemmeno l’assessore provinciale, il socialista Rufino Battisti, che era presente in veste ufficiale per rappresentare la Provincia, ha osato dire qualcosa. Lui che è nato e viene eletto nel comune di Poggio Bustone, che in quel periodo fu bruciato dai repubblichini per rappresaglia. Mi ha detto che non ha osato per non apparire invadente verso gli organizzatori del comune!
Così mi viene spontaneo dare all’amico Ettore Saletti, con il quale ho condiviso la milizia nel PRI di Ugo La Malfa fino al 1980, un modesto, disinteressato e mazziniano consiglio.
Tu sei assessore del Comune di Rieti, come tale puoi proporre e realizzare un programma concreto di coinvolgimento della gioventù reatina verso i valori ai quali ci richiamano i martiri delle Fosse Reatine. Se ci credi davvero, datti da fare, proponi qualcosa. Di recente la Provincia, su proposta di Mondo Sabino, ha ristampato il libro Sabina Anno Zero, nel quale Pietro Pileri ha raccontato i tristi eventi qui da noi del periodo della repubblica di Salò. Alla presentazione di quel libro non intervenne alcun rappresentante del comune. Quei libri, che possono essere richiesti alla Provincia, potrebbero essere un buon viatico per diffondere il ricordo di quei tempi e di quei valori nelle scuole. Anzi Ti dirò di più, se vuoi mi metto a disposizione per conferenze-lezioni sull’argomento. E Tu sai che ne sarei capace. Resto in attesa.