Arriva dagli esponenti locali del partito politico "La Destra", fondato da Francesco Storace subito dopo lo strappo con Alleanza Nazionale, la solidarietà ai tre consiglieri di I° circoscrizione David Iacoboni, Filiberto Buldini ed Antonio Tittoni, eletti in quota AN alle ultime Comunali, che hanno votato contro il candidato proposto alla presidenza di circoscrizione dal partito di Felice Costini determinando di fatto la vittoria del candidato di centrosinistra, Roberto Angelucci. Il comunicato è l'ultimo in ordine cronologico sulla vicenda, dopo la serie di batti e ribatti della settimana scorsa che ha visto protagoniste a direzione provinciale di AN e i tre consiglieri di circoscrizione "dissidenti".
In qualità di coordinatore provvisorio per la città di Rieti del partito La Destra, fondato dall’on. Francesco Storace, esprimo vivo apprezzamento e piena solidarietà ai consiglieri circoscrizionali Iacoboni, Buldini e Tittoni i quali, dopo aver pazientato ben quattro mesi (trascorsi invano da Alleanza nazionale in trattative spartitorie ormai entrate a pieno titolo nelle consuetudini e nel dna di quel partito), non hanno votato il candidato della Casa delle Libertà Fabio Mezzetti (imposto dall’alto senza preventivo confronto e coinvolgimento), ma quello dell’Ulivo Roberto Angelucci permettendo così l’elezione di quest’ultimo.
I tre consiglieri, come anche la stampa locale ha rimarcato, da tempo avevano inutilmente chiesto alla presidenza del loro partito di essere ascoltati per concordare una soluzione a uno stallo che poco stava contribuendo al buon nome della Cdl. Essi non sono stati ascoltati, a riprova della mancanza in An di una seria discussione interna, la stessa mancanza di confronto che a giugno ha spinto Storace e tanti altri (compresi alcuni senatori e deputati) ad uscire da Alleanza nazionale e a dar vita a La Destra.
I giovani consiglieri Iacoboni, Buldini e Tittoni, qualunque sia il loro futuro percorso politico (che speriamo sempre all’interno della Cdl), meritano la giusta ammirazione per aver coraggiosamente reagito alla mancanza di dibattito interno e al “decisionismo democratico” di chi, invece di interpretare il malessere sempre più diffuso fra gli iscritti e i simpatizzanti, sdegnosamente ora bolla di tradimento i tre consiglieri circoscrizionali. Non si può pretendere il voto dall’eletto quando quest’ultimo viene trattato esclusivamente come semplice esecutore delle volontà altrui. L’obbedienza pronta, cieca e assoluta era la dote consegnata dal compianto Giovannino Guareschi ai trinariciuti compagni. Oggi qualcuno vuole che essa diventi patrimonio (unico?) anche di An. E’ questo il vero tradimento, insieme alla velleitaria pretesa di avere tutti pronti a scodinzolare attorno al leader locale di turno.