Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera inviata alla neo Governatrice del Lazio da parte del Sindaco di Paganico Sabino, Clemente DOMINICI:
<< Egregio Presidente, ora che il voto per cambiare è arrivato, ed è arrivato insieme al mio personale e quello degli elettori del mio Comune, Le chiedo di CAMBIARE DAVVERO, cominciando a modificare il modo di operare della burocrazia regionale che non sia più funzionale, come ora, al solo rispetto della norma e della regola in se e per se, ma sia diretta invece al controllo del raggiungimento degli obiettivi che gli Enti locali si prefiggono per migliorare le condizioni di vita dei loro amministrati. A dimostrazione di ciò, in allegato Le rimetto la documentazione che riguardano tre pratiche: a) PIC leader II 1994-1999: GAL reatino ex Mola e ex Chiesa dell’Annunziata; b) PSR 2000-2006 misura II.7 che stanno per mandare in dissesto il mio Comune. Certo, la colpa in parte sarà anche del Comune, ma indubbiamente una visione eccessivamente chiusa e burocratica del modo di operare dei burocrati regionali sta mandando in dissesto il mio Ente. Per questo Le chiedo di esaminare queste situazioni, sperando che il Suo intervento me le possa risolvere e con esse si avvii il cambiamento vero nei rapporti Comuni - Regione Lazio.
Perché il CAMBIARE DAVVERO non si ottiene solo con la volontà della classe politica ma anche, e soprattutto, dal cambiamento del modo di operare della burocrazia regionale che, prima di dire no, prima di emettere sentenze inappellabili di condanna al “risarcimento danni”, aiuti i Comuni, specialmente quelli piccoli, notoriamente in grosse difficoltà nel rispettare i molteplici adempimenti formali, a chiudere senza conseguenze i rapporti, soprattutto finanziari, con il “mostro” Regione. Nel farLe ovviamente le mie felicitazioni per la splendida affermazione elettorale e i miei migliori auguri perché possa “CAMBIARE DAVVERO” la Regione Lazio, mi affido a Lei e attendo fiduciosamente le “sentenze” che ancora debbono essere emesse dalla la burocrazia regionale verso il mio Comune che, non potendo fare altro ( i ricorsi veri al TAR costano più del danno) “mi appello ancora alla clemenza della Corte” >>.