Giovedì 30 settembre Piazza Vittorio Emanuele II si tingerà del giallo delle bandiere di Coldiretti. L’associazione degli agricoltori ha deciso di manifestare sulla annosa problematica relativa ai cinghiali. << Per noi sarà una giornata di protesta - ha dichiarato il Direttore provinciale, Aldo MATTIA - alla quale parteciperanno centinaia di agricoltori con trattori al seguito. Non sono più sopportabili i danni provocati dai cinghiali, i nostri iscritti non riescono più a produrre >>. Sul palco, che sarà allestito per l’occasione, MATTIA illustrerà nel dettaglio le rimostranze e le proposte della categoria. Ricordiamo che Coldiretti, durante l'ultimo incontro con la stampa locale, aveva chiesto all’Amministrazione provinciale reatina una revisione del Regolamento sulla caccia ai cinghiali (da poco approvato) in quanto, limitandosi a stabilire le modalità di gestione della caccia al cinghiale, non affronterebbe in maniera incisiva il problema di contenimento dei danni provocati in agricoltura. Per questa specie non sarebbe prevista alcuna zonizzazione, assolutamente necessaria, attraverso l’individuazione di: aree a prevalente destinazione agricola in cui non è ammessa la presenza di cinghiali; aree a rilevante compresenza di agricoltura ed ambienti naturali in cui è tollerata una bassa densità di cinghiali; aree a prevalente destinazione naturalistica caratterizzate dalla presenza di zone boscate, in cui è ammessa una densità elevata di cinghiali. Inoltre, Coldiretti aveva chiesto di introdurre il divieto di immissione di nuovi capi, fatta eccezione per le imprese agricole dotate di allevamenti rigorosamente recintati.
Ma la proposta più interessante riguardava l’abbattimento. Infatti, il Direttore MATTIA avanzò la proposta di imitare altre regioni: << Si segnala, a titolo di esempio, l’iniziativa adottata nelle Marche, che ha introdotto una norma ai sensi della quale la provincia, qualora le misure ordinarie di abbattimento selettivo non risultino efficaci a contenere il soprannumero di cinghiali, autorizza forme di prelievo esercitate in forma collettiva, quali battuta, braccata e girata, anche in tutte le zone e nei periodi preclusi all’attività venatoria, utilizzando, come prevede il disegno di legge 276s, attualmente in discussione al Senato, anche armi ad anima liscia di calibro non superiore al 12, o armi ad avancarica con munizioni a palla unica, da parte degli stessi agricoltori e conduttori di fondi agricoli >>.