Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Stefano MONGARDINI, Segretario generale della FLC CGIL Rieti:
<< La proposta di razionalizzazione e ampliamento dell’offerta formativa della Provincia di Rieti, già ridimensionata dalla Giunta regionale del Lazio guidata dall’On. POLVERINI, con il decreto del Direttore dell’ufficio scolastico regionale ha subito, nei fatti, una ulteriore penalizzazione. Le famiglie, per come è scritto il decreto dell’Ufficio Scolastico Regionale, dovranno scegliere senza sapere se il corso di studi individuato per i propri figli sarà attivato concretamente oppure no, poiché tutto è legato ai contingenti di organico decisi dal Ministero e dalle iscrizioni per come si indirizzeranno. L’Ufficio Scolastico Regionale vuol collegare la possibilità di scegliere i nuovi indirizzi di studio da parte delle famiglie con il taglio di altri indirizzi, scatenando una sorta di libero mercato, legato a mode effimere ed a una competizione tra istituti che non giova a nessuna scuola reatina, impedendo qualsiasi serio piano di orientamento scolastico. Di seguito riportiamo il decreto della Direzione scolastica regionale:
“… Per quanto attiene all'attivazione di nuovi indirizzi di studio e relative articolazioni, nel quadro generale di quanto previsto dall'art. 3 della Legge 189 del 4/12/08, che specifica: "... la consistenza numerica dei punti di erogazione dei servizi scolastici non deve superare quella relativa al precedente anno scolastico", gli stessi potranno essere attivati nei limiti della dotazione organica che sarà messa a disposizione di questo U.S.R. per il Lazio dal M.I.U.R. e, da questo Ufficio, assegnata a ciascuna Provincia. Da ciò, ne consegue che i seguenti Indirizzi di studio potranno essere attivati, soltanto all'interno del budget assegnato e per compensazione, con altri indirizzi che non abbiano il numero di alunni previsto dal D.P.R. 81/09 … “. La FLC CGIL si sta battendo affinché siano fermati i tagli agli organici decisi dal Governo e che si cambi la politica scolastica con nuovi investimenti e una seria politica di assunzione del personale per eliminare la piaga del precariato >>.