Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del Dott. Antonio BONCOMPAGNI (nella foto), del Movimento Popolari Liberali, interno al PdL reatino:
<< Il problema della secessione della Provincia di Rieti o di alcuni comuni dalla Regione Lazio verso la Regione Umbria è una cosa seria e non può correre il rischio di essere strumentalizzato per questa o quella campagna di consenso. Due considerazioni prima di tutto: la prima è che l’eventuale secessione dal Lazio porterà quasi sicuramente alla disgregazione della Provincia di Rieti; la seconda è che prima di imboccare una strada senza ritorno, quale la secessione, dobbiamo essere convinti tutti, gli amministratori per primi, che si è tentata ogni via di risoluzione politica istituzionale dei nostri problemi aperti; come la valorizzazione delle risorse idriche, lo sviluppo turistico religioso, sciistico, lo sviluppo ecocompatibile delle energie alternative e il trattamento dei rifiuti. Ma a questo punto si impongono alcune domande: si è fatto veramente il massimo dello sforzo per veicolare alla Regione le esigenze del nostro territorio e per ottenere risposte certe? Un esempio su tutti, l’indennizzo richiesto da molti anni alla Regione per lo sfruttamento delle nostre sorgenti Peschiera Le Capore, a che punto sta? È sufficiente convocare la Conferenza dei Sindaci ATO 3 una, massimo due volte l’anno per trattare un tema così complesso? Non è polemica verso il Presidente della Provincia, ma va ricordato che il Comune di Rieti ha anche proposto un tavolo permanente per la risoluzione della questione. Invece, è obiettivo che la delibera della Regione Lazio, che proponeva un ristoro economico, seppur minimo, per il territorio reatino, è ferma dal 2006, Giunta MARRAZZO.
A riguardo, “il silenzio” della Provincia è assordante. È vero anche che la Giunta regionale POLVERINI, che conta nel consiglio che la sostiene ben cinque consiglieri riconducibili al territorio reatino, ad oggi non ha “battuto un colpo” per la risoluzione delle problematiche impellenti, quale quella della valorizzazione del Terminillo. È necessario allora uno slancio e un entusiasmo politico-istituzionale nuovo che sappia elaborare immediatamente una strategia comune di ampia condivisione, in grado di esprimere a voce unica le giuste aspettative del nostro territorio, cosa ad oggi non molto evidente. Una strategia che deve avere tempi brevi e non dilazionabili, per il semplice fatto che i cittadini sono veramente stufi di vivere un presente incerto e di non vedere un futuro roseo per i propri figli. L’alternativa, in caso di insuccesso, è il referendum per la secessione, coinvolgendo preventivamente tutti i comuni della Provincia >>.