Lunedì 29 agosto, con orario ancora da concordare, presso la Sala consiliare di Palazzo BAZZANI (nella foto), è stato convocato un Consiglio straordinario congiunto Provincia-Comune di Terni, con all’Ordine del Giorno la prevista soppressione della Provincia di Terni (decreto n°138, del 13 agosto 2011). Il Consiglio è particolarmente urgente e importante per scongiurare una decisione dagli effetti devastanti sul territorio provinciale e regionale. Per queste ragioni, e perché ci sia il massimo dell’unità e della rappresentatività della comunità regionale, il Consiglio sarà aperto ai massimi vertici delle istituzioni, a partire dalla Presidente della Giunta regionale, Catiuscia MARINI, ai parlamentari della Regione, al Presidente della Conferenza Episcopale Umbra, Mons. Vincenzo PAGLIA, ai sindaci della Provincia di Terni, alla Camera di Commercio, alle forze economiche e sociali. << Il provvedimento del Governo - si legge in una nota di Feliciano POLLI, Presidente dell’Amministrazione provinciale ternana - lede profondamente i principi del federalismo e si dimostra privo della necessaria progettualità per il riordino complessivo della Pubblica Amministrazione, introducendo meccanismi irrazionali, in particolare per le Province e i Comuni.
Tali misure finirebbero per determinare conseguenze gravissime sul territorio della Provincia di Terni impegnato nella difficile azione di salvaguardia e rilancio dello sviluppo. Il provvedimento, inoltre, riducendo il territorio dell’Umbria ad un’unica Provincia, produrrebbe, nell’immediato, gravi squilibri e distorsioni negli assetti istituzionali regionali e, successivamente, metterebbe a rischio l’autonoma sopravvivenza della Regione dell’Umbria. Poiché siamo convinti che il provvedimento del Governo possa essere modificato nel corso dei lavori parlamentari, in particolare per le situazioni abnormi, come quella dell’Umbria, il Consiglio potrà essere una grande occasione di riflessione e di mobilitazione. Per queste ragioni - ha concluso POLLI - riteniamo errate le posizioni di coloro che, anche dal versante istituzionale, danno per scontata una decisione che, invece, scontata non è, acconciandosi a cogliere i presunti benefici di una scelta che finirebbe, al contrario, per penalizzare l’intero territorio regionale, drasticamente ridimensionato, e con esso, inevitabilmente, le famiglie e le imprese >>.