Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota della Federazione della Sinistra di Rieti:
<< I Comunisti reatini del PRC e del PdCI esprimono soddisfazione per il giusto e necessario rinvio del Consiglio comunale di Rieti. Il poco tempo a disposizione per esaminare tutta la documentazione, peraltro incompleta, non avrebbe consentito ai nostri consiglieri di svolgere al meglio il loro lavoro, per questo tra i primi nella maggioranza avevamo sostenuto la necessità di ulteriori approfondimenti. Il Bilancio del Comune è tutt’altro che un semplice atto amministrativo, quanto invece lo strumento attraverso il quale l’amministrazione dispiega il suo programma politico, la sua visione della città, impianta la sua strategia. Che, per quanto ci riguarda, deve essere una strategia per la trasformazione, e non per la gestione dell’esistente. Per la gestione bastano i contabili, e noi abbiamo bisogno di più politica invece. Ed è invece proprio questo il limite che abbiamo rintracciato nella proposta di Bilancio scaturita dalla Giunta e approdata poi alla discussione delle varie commissioni consiliari, in particolare quella al bilancio. Siamo ben consapevoli della devastazione operata sui conti del Comune di Rieti da 18 anni di governo di destra, della situazione di criticità, della necessità di operare in tempi stretti, ma questo non può significare ancora una volta che a pagare i costi di questa crisi siano la fasce sociali più deboli e disagiate.
Portare al massimo le aliquote IMU, senza peraltro prevedere, in termini di agevolazioni e riduzioni, nulla più del poco già concesso dalla legge di riferimento, significa colpire famiglie già stremate da una crisi economica nazionale e internazionale devastante, nuclei colpiti da disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, precariato, sfruttamento. Questa è la situazione anche dei cittadini di Rieti. L’IMU, non contenendo in sé alcun elemento di progressività, pesa molto di più per le famiglie in difficoltà, per le quali significa sottrazione di quote di reddito disponibile per la sopravvivenza se non sussistenza a livello di bisogni primari, che non per le fasce più agiate, dove di fatto rappresenta solo una minor quota di rendita. Una tassa quindi profondamente iniqua e sbagliata che, prevedendo una quota del 50% per lo stato (che con l’ultima manovra mascherata, la spending review, taglierà ulteriormente sanità e istruzione, colpirà il pubblico impiego, porterà al caos istituzionale con i tagli insensati delle province), abbinata ai minori trasferimenti operati dallo stesso, di fatto costringe i comuni ad essere niente altro che esattori, ed anche spietati. Il programma elettorale del centrosinistra, avanzatissimo in ogni suo aspetto anche e soprattutto per il generoso contributo della federazione della sinistra, lo era anche relativamente ai temi della giustizia e dell’equità fiscale, con previsioni relativamente a IMU e Addizionale Comunale all’IRPEF ragionevoli e che tenevano conto anche della prevedibile difficoltà nei conti del Comune, come poi i fatti hanno confermato. Per questo siamo convinti che, nel rimandare l’approvazione del bilancio di qualche giorno, la maggioranza di centrosinistra abbia ben operato, potendo in questo modo apportare i giusti e necessari aggiustamenti che diano il segno di una reale cambiamento avvenuto a Rieti. Riteniamo sia possibile, pur nella via stretta dei conti in rosso, apportare riduzioni all’aliquota IMU per la prima casa, dettagliando meglio anche le detrazioni e le agevolazioni, introducendo una prima soglia di esenzione per l’addizionale comunale all’IRPEF per i redditi fino a 10.000,00 euro e implementando da subito una task force per il recupero del pregresso (ICI 2007/2011), dell’evasione e dell’elusione fiscale. E’ chiaro che la riflessione sul bilancio non si limita alle sole tasse, che pure sono di così grande impatto sull’opinione pubblica e, soprattutto, sulle tasche dei cittadini, ma investe anche le tariffe per i servizi che, pur invariate rispetto al passato, non sono affatto vantaggiose per gli utenti e richiederanno un serio lavoro da parte dell’amministrazione per operare significative innovazioni che consentano da un lato l’economicità del servizio e dall’altro un ampliamento della platea, e degli utenti, e dei servizi stessi >>.