Uniti per contare di più e per tutelare le professionalità e i servizi offerti ai cittadini, imprese e comuni. Le RSU della Provincia di Perugia e Terni, insieme ai sindacati della funzione pubblica di CGIL, CISL e UIL (nella foto), hanno presentato un documento unitario per dire la loro sulla riforma e riordino dei territori in funzione del nuovo assetto dell’ente Provincia. A meno di 7 giorni dalla prima presentazione della bozza sul riordino che dovrà essere partorita dalla task-force del CAL, le RSU hanno chiesto di essere inserite nella discussione e nella futura proposta per poter evitare storture, forzature e disservizi di area vasta. << Insieme ai rappresentanti sindacali di Terni - ha dichiarato Giovanni ROCCATELLI, del coordinamento RSU della Provincia di Perugia - vogliamo poter essere protagonisti di una riforma che non riguarda soltanto il riordino territoriale ma anche le future competenze che l’ente dovrà fornire. Non difendiamo interessi solo di parte, quella dei dipendenti pubblici, ma anche quella dei cittadini, dei comuni e delle imprese che dalle Province trovano un sostegno fondamentale sottoforma di tutela ambientale, di coordinamento dei piani regolatori, uffici per il lavoro e della formazione professionale e autorizzazioni per le imprese >>.
<< Concordiamo su tutta la linea con le RSU perugine - ha proseguito Fabrizio FAZZI, delle RSU della Provincia di Terni - per portare avanti delle rivendicazioni e un contributo che vogliono tutelare interessi generali senza dimenticare di disperdere un patrimonio professionale all’interno delle province. Vogliamo essere presenti al tavolo sulla Riforma anche per affrontare il nodo spinoso della mobilità dei dipendenti >>. << Creare sinergie - ha spiegato Claudio RICCIARELLI, della CISL Umbria - per una riforma adeguate all’esigenze di una regione come l’Umbria che da piccola deve diventare un motore per il Centro Italia. Insieme si possono attivare processi che liberano risorse in grado di migliorare i servizi, senza dimenticare di continuare a tagliare gli aspetti in produttivi. Dobbiamo anche affrontare il nodo dei piccoli comuni puntando su accorpamenti della gestione dei servizi ma anche su vere e proprie fusioni >>. << L’unita delle forze sindacali - ha dichiarato Vanda SCARPELLI, della CGIL - e delle RSU delle due province è la dimostrazione che si vuole collaborare ad una importante riforma regionale come quella del riordino istituzionale. Ma allo stesso tempo si vuole ribadire che è centrale la questione dei lavoratori sia per garantire servizi, prestazioni e tutele ai cittadini e alle imprese. E’ necessario evitare il rischio di sovrappore enti sulle politiche di area vasta >>. << La riforma delle Province - ha concluso GAROFALO, della UIL - non è solo priva di coraggio ma anche confusionaria e dove si è evitato di regolamentare tutti gli altri enti intermedi nonostante si volessero ottenere dei risparmi sulla macchina pubblica. Noi contestiamo apertamente la spanding review del Governo: il 28 settembre come UIL abbiamo programmato uno sciopero che speriamo vedrà la presenza di tutte le altre sigle sindacali. L’unità, come dimostrato anche dalle RSU provinciali, è fondamentale per cercare di evitare che a pagare il conto della crisi siano sempre i cittadini e i lavoratori >>.