L’Assise provinciale di Palazzo BAZZANI (nella foto) ha approvato, all’unanimità, un Ordine del Giorno sul riordino delle Province chiedendo che l’iter parlamentare tenga conto del futuro dell’Umbria e che si arrivi alla scadenza naturale del mandato. Questo il testo integrale del documento votato: << Sopprimere per decreto la Provincia di Terni appare come un non senso istituzionale dai gravi risvolti economici e sociali per l’Umbria. È necessario che oltre alle giuste esigenze di semplificazione e di risparmio che il Governo Italiano ha posto nel caso del decreto di riforma delle Province, venga tenuto conto del corretto funzionamento delle istituzioni locali. Una Regione come l’Umbria coincidente per competenza territoriale con un solo Ente provinciale è un non senso tecnico oltre che organizzativo. Anteporre un’esigenza di risparmio, fra l’altro molto dubbia, a quello che può significare la perdita di status di capoluogo, con tutto ciò che ne consegue in termini di uffici territoriali di governo, per una città come Terni è sbagliato e va rigettata dal Parlamento. 110mila abitanti, una concentrazione di multinazionali unica nel panorama nazionale, uno snodo infrastrutturale di collegamento strategico per il Centro Italia, un territorio provinciale costituito da un variegato sistema economico e sociale fondamentale per la riconoscibilità oltre che per l’equilibrio dell’Umbria, meritano una discussione matura e scevra da scorciatoie populiste.
Il Parlamento deve aprire un caso Umbria, così come si è fatto in altri casi pur meno gravi del nostro che prefigura una regione, pur con dimensioni coerenti a quanto previsto dal decreto, si con un unico ente provincia coincidente con gli stessi confini amministrativi regionali. Un caso che non può essere paragonato ad altri e non può essere considerato meno degno di quanto una piccola lobby di interessi micro-territoriali e politici hanno previsto nel caso del salvataggio di Sondrio e Belluno. Il Consiglio provinciale rivendica il lavoro fatto dal presidente del Consiglio delle Autonomie Locali e Sindaco di Terni DI GIROLAMO, dalla Regione, dalle forze economiche e sociali. Un lavoro trasparente che oltre ad essere coerente a quanto richiesto dal Governo nazionale, ha posto con forza l’esigenza di ricostruire un nuovo modello organizzativo ed istituzionale umbri tenendo conto del giuste equilibrio fra tagli alle risorse e coesione sociale. Quella proposta è e deve rimanere il punto di arrivo anche nella discussione parlamentare in atto, così da consentire all’Umbria nel suo complesso di aprire tempestivamente una nuova stagione di riforme che la renda più forte e competitiva nel panorama nazionale. Il Consiglio provinciale di Terni pone altresì al centro della discussione l’esigenza di salvaguardare un patrimonio di professionalità e competenze che negli anni ha posto in cima alle classifiche le performance delle politiche e dei servizi provinciali. Pensare di trasferire per decreto tutta questa ricchezza, senza prefigurare né un percorso né una logica organizzativa appare dannoso per un intero sistema territoriale ed economico. Terni e il ternano non possono inoltre permettersi in questo particolare momento storico lo spostamento degli uffici territoriali di governo con gravi ricadute in termini occupazionali ed economiche. Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale chiede al Presidente e alla Giunta di attivare tutti i canali necessari per sensibilizzare le rappresentanze parlamentari non solo umbre affinché venga corretta una decisione che appare esiziale per la tenuta dell’Umbria. Chiede altresì che qualsiasi provvedimento riguardante le Province, coerentemente a quanto posto dall’UPI, abbia effetto non prima della scadenza naturale del mandato conferito in modo democratico dai cittadini onde evitare forzature e distorsioni al normale iter democratico sancito dalla Costituzione >>.