di Marco GIORDANI (lavoratore Alcatel-Lucent)
La situazione dell'Alcatel-Lucent è sempre più preoccupante. Un anno fa l'Alcatel italiana aveva chiuso un accordo su nuovi progetti da parte di Alcatel, agenda digitale da parte del Governo, 245 lavoratori in cassa integrazione; niente è poi venuto da Governo ed azienda, solo cassa integrazione per i lavoratori, di cui 4 a Rieti. Il 19 giugno il CEO mondiale annuncerà le linee guida della multinazionale nei prossimi anni, che prevedono di concentrarsi sul mercato americano, con pesanti impatti su Europa ed ancor più sull'Italia. Come cadranno queste decisioni sui laboratori e la residua produzione (a Trieste) in Italia? Per l'intanto l'azienda ha chiesto di rinnovare la cassa integrazione, spostandone però da 12 a 16 sul laboratorio di Rieti, che ne conta 60 in tutto. A questi lavoratori è stata prospettata, come per quelli della Schneider, la possibilità di reimpiego altrove nel mondo. Questa di Alcatel-Lucent è una decisione strategica, per fronteggiare le conseguenze della quale occorre un impegno non solo sindacale ma delle istituzioni e della politica, per la salvaguardia sia dell'impiego e che del valore aggiunto locale di alte professionalità. Come stanno reagendo, coscienti di questo, i territori?
A Trieste, con la collaborazione della Provincia, per gli interinali in esubero verranno approntati percorsi di orientamento e formazione; in Lombardia, un comitato di lavoratori si è incontrato con l'Assessore regionale, "delineando le potenzialità ancora presenti per lo sviluppo di tecnologia innovativa a Vimercate"; in Campania la Regione si è detta disposta ad attivare un contratto di sviluppo con il centro di ricerca ed una delle interrogazioni parlamentari ipotizza una "collaborazione tra le pubbliche amministrazioni, le Università locali con il Centro R&S nei progetti per l'Agenda digitale e per le smart city". In questo scenario mancano ancora la Regione Lazio e le autorità locali reatine; eppure il laboratorio di Rieti per la sua storia ed il suo mix professionale sarebbe titolato a concorrere in progetti come quelli delineati per quello campano. E sennò per cosa il "Parco Scientifico e Tecnologico", la "Cittadella dell'Innovazione" e convegni come il recente "Rieti Smart City: una città intelligente per lo sviluppo economico"?